Lo scandalo della caserma dei carabinieri di Piacenza può assestare un “colpo letale” alla reputazione dell’Arma se questa non saprà reagire. A dirlo in un’intervista al Corriere della Sera è il procuratore generale militare Marco De Paolis, spesso impegnato in inchieste che coinvolgono ufficiali e sottoufficiali della Benemerita. E dice che “bisogna controllare quello che avviene nella caserme, ma monitorare anche il tenore di vita dei carabinieri. Verificare quello che postano sui loro profili social. E proteggere chi decide di denunciare”.
Il pg non vuole parlare di un sistema di impunità, perché “non è un sistema”, ma altrettanto rifugge dall’espressione ‘mele marce’, chi lo dice “commette un errore grave”. Perché “sono gruppi di delinquenti che fuori controllo diventano un vero proprio focolaio capace di infettare l’intera caserma”.
Controllare e isolare, è questo il rimedio che De Paolis suggerisce. “Dobbiamo ripartire dalla formazione e dall’etica”. Verificare la vita privata, “chiedendo conto a chi conduce una vita al di sopra delle proprie possibilità”. E poi “tutelare chi decide di denunciare”. Ad esempio prevedendo “il whistleblowing anche per le forze dell’ordine”. Così l’Arma dei Carabinieri può voltare pagina, conclude il pg, “non farlo sarebbe un errore gravissimo. Un colpo letale per l’istituzione”.
Il procuratore: "L'Arma volti pagina perché non sono solo mele marce"
Il procuratore generale militare Marco De Paolis al Corriere: "Grave considerarle mele marce.
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25 Luglio 2020 - 08.33
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