Si tratta dell’estrema destra: quella che sostiene che la strage di Bologna non sia fascista e che – al contrario – gli autori siano da cercare tra i terroristi della rete Carlos e qualche gruppo palestinese.
In altri termini i ‘comunisti’.
Teoria non suffragata da alcune prova concreta, al massimo da qualche suggestione e dalla lettura strabica e fuori contesto di singoli documenti, come la destra faceva in maniera militare all’epoca della commissione MItrokhin, nel vano tentativo di raccontare la storia dell’Italia repubblicana come di un paese in mano ai comunisti, segretamente invaso dal Kgb con una deformazione storica degna dei peggiori libelli propagandistici.
“Leggo oggi di una sorta di contromanifestazione revisionista prevista per il pomeriggio del due (agosto), che risulta promossa con il sostegno di alcune forze politiche”.
Lo scrive il deputato Pd Andrea De Maria sui social.
Come riferisce Il Resto del Carlino infatti, alle 18 in piazza Carducci, domenica 2 agosto, in piazza scenderà, “per la prima in 40 anni, il fronte revisionista” del comitato ’L’ora della verità sul 2 agosto 1980’ e dell’associazione ’La verità su Ignoto 86’.
Da quanto si apprende, verranno lette le 10 domande che un gruppo parlamentare, composto da Fratelli d’Italia e Lega, ha depositato in Senato “ma senza ottenere ancora risposte”.
Non ci sono risposte. Ci sono sentenze passate in giudicaro e ci sono nuove indagini che ampliano ancora il quadro dei mandanti indicatra tra i piduisti di Gelli, ex senatori del Msi e veritci piduisti delle forze di polizia.
Anche alla luce di questa ‘perla’ la scelta di manifestazioni in tono ridotto per i 40 anni della strage appare sempre più incomprensibile.