La partita di 25.000 camici al centro dello scandalo della Regione Lombardia che vede indagati Attilio Fontana e ll cognato Andrea Dini è stata sequestrata dagli uffici della Dama e adesso i camici sono custoditi come corpo del reato. La partita comprende quei camici che non sono mai stati consegnati alla società Aria, che era di 75.000 camici. La guardia di finanza ha anche sequestrato documentazione contabile e corrispondenza.
Dama il 16 aprile aveva ottenuto, senza gara, una commessa per produrre 75mila camici in cambio di 500mila euro. Commessa che il 20 maggio si trasforma in una donazione da parte di Dini, che invia una email in tal senso ad Aria.
Il giorno precedente, però, da quanto è emerso dalle indagini, il governatore Fontana ha cercato di far arrivare al cognato un bonifico da 250mila euro, a parziale compensazione dello sforzo fatto per produrre materiale sanitario. Il bonifico però è stato bloccato da “Unione fiduciaria”, che gestisce per conto di Fontana un conto in Svizzera sul quale sono stati depositati i fondi che il governatore nel 2015 ha “scudato”.
La Dama aveva consegnato circa 50mila camici e non tutto il quantitativo pattuito. L’azienda ha poi cercato di vendere i 25mila camici prima ad Aria al prezzo di 9 euro l’uno (contro i 6 offerti dalla centrale acquisti del Pirellone) e poi allo stesso prezzo a una casa di cura nel Varesotto. Questi affari non sono andati a buon fine.
Fontana, la Finanza sequestra la partita di 25.000 camici dalla società Dama
La partita comprende quei camici che non sono mai stati consegnati alla società Aria, che era di 75.000 camici. La GdF ha anche sequestrato documentazione contabile e corrispondenza.
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29 Luglio 2020 - 14.23
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