Le sentenze sono chiare e motivate. E, come se non bastasse, nuove indagini stanno portando altre prove sui mandanti.
Ma i fascisti e i loro camerati stanno da anni alacremente lavorando per sostenere la pista palestinese (parliamo dell’ipotesi di Licio Gelli già condannato per il depistaggio) portano prove e documenti che sono stati puntualmente bocciati dalla magistratura.
E parte integrante di questa orchestrazione della destra post-missina sono Mambro e Fioracanti, ergastolani da tempo liberi.
E da tempo la Mambro invece di mantenere il silenzio anche per rispetto alle persone che ha ucciso nella sua carriera da terrorista, ha ripreso ad accusare lo Stato.
”Non ho mai sparato a nessuno…”. Lo ha detto, intervistata da Libero, Francesca Mambro, ex militante dei Nar, condannata assieme a Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini per la strage di Bologna.
”I decenni trascorsi dall’estate del 1980 non hanno mutato – afferma – il profondo senso di ingiustizia che ho sempre provato nell’essere accusata della strage e semmai l’accusa, e poi le condanne, lo hanno trasformato in ciò che vorrei definire accanimento terapeutico: una persecuzione sia individuale che collettiva”.
E alla domanda, dove eravate quel maledetto giorno? Mambro risponde: ”Io, mio marito e i miei coimputati non solo non eravamo a Bologna il 2 agosto 1980 ma non c’era la destra del Msi della quale ero militante da quando avevo 14 anni. Inoltre vivo come un insulto l’accusa di mentire”.
”La falsificazione storica – afferma – non ci appartiene, semmai è parte della narrazione messa in atto in questi decenni per dimostrare che il nostro Paese sarebbe potuto diventare comunista non solo con la comprovata influenza sovietica ma con il voto popolare se non ci fossero stati i fascisti, la Cia, i servizi deviati, i complotti e soprattutto dei ragazzi di vent’anni che mietevano il terrore perché al servizio di tutti…”.
E sul quarantennale della strage dichiara: ”Il dolore per non essere riuscita a far arrivare ai parenti di tutte le vittime la nostra estraneità ai fatti non cambia ma sto cercando di farmene una ragione. Il tormento dei parenti chiede risposte e la vendetta è un erinni incantatrice. Quest’anno non è stato diverso anzi semmai peggiore perché la verità non c’è e la sola che conosco è e resta la nostra innocenza”.
P2 come mandante e Nar come esecutori?: ”Se non ci fossero i morti sullo sfondo a chiedere giustizia e pace, non si dovrebbe rispondere. Quest’accusa è un insulto alla logica, ai fatti, a centinaia e centinaia di condanne per rapina a mano armata inflitte dai tribunali di mezza Italia a noi. Ed è anche un insulto ai nostri amici morti non per difendere Gelli, ma per scappare dalle accuse ingiuste provenienti da Bologna. Ed è un insulto a quei poliziotti e carabinieri contro i quali abbiamo sparato pur di non farci catturare per un crimine che consideravamo immondo. Gelli è un uomo che nella sua vita ha cambiato tutte le bandiere che si potevano cambiare, e lo ha fatto per arricchirsi. Noi di bandiera ne abbiamo avuta una sola, e viviamo di un modesto stipendio”.
Loro vivono, tanti per loro colpa non vivono e sono da decenni sotto terra.
Infine alla domanda, a quarant’anni dalla strage, si è data una risposta: cosa è successo quel 2 agosto a Bologna? Mambro risponde: ”Carlos, uno dei terroristi che servivano la causa palestinese, ha detto “l’esplosivo era nostro, ma lo hanno fatto esplodere o gli americani o gli israeliani”. Cossiga diceva che era stato un “incidente dei palestinesi”. Che sia stato un attentato voluto, o un sabotaggio, o un incidente, dai documenti che abbiamo letto non si può capire con certezza. L’unica cosa certa è che la pista neofascista è stata creata a tavolino, ed è falsa al 100%. Talmente falsa che nessuno, un domani, potrà dire “mi sono sbagliato” oppure “sono stato depistato”. Tutti quelli che si sono sbagliati sapevano e sanno benissimo di sbagliarsi. Dio avrà sicuramente pietà di loro”.
Parole che sono un insulto alla memoria delle vittime della strage, ai loro familiari e a tutta load democrazia.
E soprattutto sono uno scandaloso tentativo di giustificare le morti e i lutti provocati dagli assassini dei Nar guidati proprio da lei e da Giusva Fioravanti.