Ora Salvini vuole processare Conte per non aver agito come Jair Bolsonaro. Certo, sappiamo cosa sarebbe successo se ci fosse stato lui, con ‘pieni poteri’, alla guida dell’Italia invasa dal Covid: probabilmente, citando Burioni, non sarebbero bastati i cimiteri, perché il modello sovranista basato sul negazionismo sta dando i suoi frutti in Brasile, negli Usa, in India, nelle Filippine, in Israele. Senza contare che, al momento di trovare un accordo per il Recovery Fund Salvini, che sta alla diplomazia come Giorgia Meloni alla democrazia, se ne sarebbe andato sbattendo la porta e imprecando contro l’Europa delle banche. Scene per fortuna solo immaginate, lontane dalla realtà che comunque è stata drammatica: con tutte le misure di lockdown prese, come abbiamo sempre saputo, per volontà esclusiva di Giuseppe Conte su scala nazionale, l’Italia piange 35.000 persone.
Gli atti del Comitato Tecnico Scientifico, al centro di parecchi articoli di giornale accalappia-fascisti che titolano scenari da golpe militare del premier Conte, ci dicono una e una sola cosa: gli esperti avevano consigliato un lockdown totale al Nord e parziale al Centro e al Sud. Parziale, e basta leggere gli atti per vederlo, vuol dire evitare le uscite non necessarie, evitare gli assembramenti, discoteche e pub chiusi, ristoranti e musei con ingressi contingentati, uso obbligatorio delle mascherine, distanziamento sociale sui mezzi pubblici. Esattamente, quali sarebbero le eclatanti differenze con quanto successo? Davvero gli italiani, mentre al Nord le terapie intensive boccheggiavano, si sarebbero goduti in tranquillità una cena al ristorante, o una visita al museo? Non avrebbero indossato le mascherine mentre i camion colmi di morti lasciavano Bergamo?
Giuseppe Conte si è trovato ad affrontare una sfida epocale, e l’ha affrontata prendendo una decisione: quella di essere il più prudente possibile. Nonostante questo, nonostante tutti i dati dall’estero ci dicano che l’Italia, proprio grazie a questa estrema prudenza, è uno dei paesi al mondo che ha risposto meglio all’epidemia, gli italiani abboccano a chi evoca scenari da coprifuoco militare. Eppure, pochi mesi fa, mentre il virus correva per le strade, questi discorsi ci sarebbero parsi eresie. Il caldo, evidentemente, non dà solo alla testa, ma dà gravi, gravissimi problemi alla memoria.
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