“Avviare ora una discussione sull’obbligo vaccinale non è prematuro: è una totale perdita di tempo”: Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e coordinatore della task force regionale della Puglia che si sta occupando della emergenza sanitaria, è lapidario sul dibattito di queste ore: “Se e quando arriverà un vaccino anti- covid 19 disponibile per una vaccinazione di massa, dovremo vedere come funziona, se sarà efficace contro l’infezione o solo nel limitare i danni della malattia. Quanto durerà l’efficacia, quale sarà il suo livello di tollerabilità e in quante dosi dovrà essere somministrato”.
Per l’esperto parlare ora di obbligatorietà vaccinale vuol dire “discutere sul nulla”. Quando e se ci sarà un vaccino “si dovrà decidere su tanti aspetti, non tutti semplici. Se sarà accettato o meno, se la gente farà o meno la fila per ricevere il vaccino, dipenderà in larga parte proprio dalle caratteristiche del vaccino”, aggiunge e conclude: “ma si sa, l’Italia è il Paese del tifo, intendo quello sportivo. Se non si formano le tifoserie, non si è contenti. Ecco, io abolirei l’obbligo di tifare”.
“L’aumento dei casi recenti ha chiaramente un andamento completamente diverso da quello registrato a fine febbraio. Il virus è cambiato? L’estate ci aiuta? Non penso. Penso invece che i casi registrati fra luglio e agosto rappresentino l’innesco di una seconda ondata. Lo stesso innesco che a febbraio, semplicemente, non abbiamo rilevato e che poi ha provocato la grande ondata” continua l’epidemiologo: “I casi che registriamo oggi sono di età più giovane e di gravità mediamente molto più lieve dei casi di febbraio – aggiunge – Sono dunque quei casi che a quel tempo non erano per nulla intercettati dal sistema di sorveglianza. In definitiva, le onde di oggi sono quelle di una mareggiata. Se siamo bravi a contenerle, probabilmente – conclude – non svilupperanno lo tsunami”.
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