Una storia particolare ma che la dice lunga sui rischi: è passato dalla Sardegna alle Dolomiti tranquillo perché il tampone che aveva fatto era negativo. E invece si portava dietro il virus. Ora G.P.B., 26 anni, è ricoverato nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Belluno con una polmonite interstiziale. “Ho paura di aver contagiato familiari e conoscenti – racconta al “Messaggero” -. Compresa la gente che era al Cortina Summer Party: ho fornito un elenco di un centinaio di nomi”.
Con ogni probabilità il contagio con il virus per lui è avvenuto in Sardegna, dove è stato a contatto con più di una settantina di persone.
Tra Porto Istana, San Teodoro e Porto Rotondo, nei giorni ferragostani il 26enne si è dato alla gioia della vacanza senza risparmiarsi. “La vita classica di un qualsiasi ragazzo della mia età – dice al quotidiano romano -, sono andato nei locali famosi di Porto Rotondo e non c’ era alcuna prevenzione. Serate tutte molto particolari”. Soprattutto ricorda una situazione, che potrebbe essere stata a rischio: “A pensarci bene, tutti quelli che la sera del 9 erano al Country, compreso me, sono positivi” dice.
L’uomo è poi partito alla volta di Venezia, fermandosi da un amico per un paio di giorni, deciso poi ad andare a Cortina, dove vive sua nonna. Ma per precauzione ha voluto prima fare un tampone. Lo ha effettuato all’ospedale di Padova e, ricevuto l’esito negativo, si è avviato tranquillo nella località delle Dolomiti. “Ho trascorso le giornate tra gite e soste nei bar – racconta -. Il 20 ho partecipato al Cortina Summer Party”. Dopo due giorni però il giovane ha iniziato a stare male, con febbre e tosse. Poi è arrivata la doccia gelata: un’amica che era con lui in Sardegna lo ha chiamato per avvertirlo che era positiva. Il giovane ha provato a contattare la Asl, e ha iniziato la trafila burocratica. Quando, dopo qualche giorno, è riuscito a fare un nuovo tampone, questo è risultato positivo. “Mi hanno ricoverato: sono stabile ma non grave, un paziente covid asintomatico con polmonite da pneumococco” spiega.
“Mi hanno risposto che c’ è un periodo di incubazione che può durare circa 14 giorni – afferma -. Ecco, sicuramente se lo avessi saputo non andavo a casa di nonna. È un’informazione vitale, la gente non lo sa: non scrivere negativo se non sono passati 14 giorni dall’ultimo contatto. Mi sarei evitato due giorni di polmonite dentro casa mettendo a rischio tutta la lista di centinaia di persone con cui sono stato a contatto”.
Argomenti: covid-19