Complottari e terrapiattisti con diritto al voto: le contraddizioni del suffragio universale
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Complottari e terrapiattisti con diritto al voto: le contraddizioni del suffragio universale

E votano, tra l’altro, chi non bolla mai apertamente queste teorie come deliri, come Bolsonaro, Trump o alcuni eminenti politici nostrani

Terrapiattisti
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Giuseppe Cassarà Modifica articolo

1 Settembre 2020 - 16.11


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La storia dei due terrapiattisti partiti da Venezia verso gli estremi confini del mondo (e poi raccattati a Ustica) mi ha fatto quasi tenerezza: mi è sembrato quasi un romanzo di Verne, un ‘Viaggio al centro della Terra’ moderno, uno scampolo fantascienza di fine ‘800. Sono impazzito quando ho scoperto che i due avventurieri volevano andare a vedere il ‘Grande muro di ghiaccio protetto da guardiani millenari’, ossia i giganti, la trovo una storia che ha anche una sua poesia: una coppia contro il mondo, che sfida il mare per dimostrare l’incredibile, che contrappone il suo sogno al bieco materialismo. C’è materia per il cinema, per la letteratura distopica.

Certo, c’è anche materia per i neuropsichiatri, ma quelli bravi. Perché effettivamente, un convegno dei terrapiattisti a Palermo c’è stato, qualche mese fa, (fu, per fortuna, una buffonata clamorosa), e dobbiamo ormai arrenderci all’evidenza che non si può più impedire alla gente di credere a ciò che più desidera.

I terrapiattisti sono casi estremi (per ora). I negazionisti del Covid (e di tante altre verità storiche conclamate, dall’allunaggio all’Olocausto) fanno però parte di questa cerchia di persone che è fermamente convinta che ‘ ci stanno fregando’. Alla domanda ‘chi?’, chi sarebbe questo mastermind del crimine, questa eminenza grigia della storia, le risposte sono diverse: quelli all’antica rispondono Soros, quelli senza fantasia auspicano per ‘i poteri forti’. Le nuove generazioni indicano Bill Gates, ma c’è anche chi cita eminenti scienziati e studi di alto livello per dimostrare le loro teorie. Un po’ come i due terrapiattisti, che usavano per orientarsi una bussola (che funziona per il magnetismo terrestre, che i terrapiattisti negano): la verità è sezionabile, se ne possono fare dei collage, degli origami che si adattino alla nostra idea. Non è più la realtà a svelarsi a noi, siamo noi a piegare la realtà secondo la nostra comodità. Il metodo deduttivo è faticoso, l’induzione è una via decisamente migliore. È un gioco che un tempo era riservato alle serie televisive, quelle più intricate, che inserivano misteri su misteri e poi, inevitabilmente, arrivava il momento in cui bisognava spiegare tutto: lì si vede l’abilità, l’arte dello sceneggiatore. Con i complotti è lo stesso: l’importante è che ci sia una bella storia, un impianto che spieghi tutto ciò che non torna. Qualche anno fa, un ragazzo americano inventò su un forum che la Finlandia era un’invenzione dei poteri forti, perché non poteva esistere un paese così perfetto, dove la qualità della vita era così alta e le persone così felici. Era un modello, un’utopia creata ad arte per spronare le persone a comportarsi meglio.

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Era uno scherzo, ovviamente. Ma funzionò e probabilmente molti sono ancora convinti che la Finlandia non sia un luogo reale.

Dei due terrapiattisti, su Globalist abbiamo scritto “e questi votano”. È un problema, purtroppo: non esiste (di nuovo: per ora) un partito dei terrapiattisti, ma esiste nelle istituzioni chi non crede all’utilità dei vaccini, chi non crede all’allunaggio, chi crede nei protocolli dei Savi anziani di Sion, chi è convinto che i vaccini facciano diventare le persone omosessuali. All’inizio, tutte queste teorie erano alla stregua della Terra piatta: schegge impazzite di follia che schizzavano sul web, rimbalzando da un forum all’altro. Come sono cresciute?

Difficile articolare una risposta: un ruolo fondamentale l’ha senza dubbio lo stato disastroso dell’istruzione scolastica, ma potrebbe esserci di più. Il complotto, l’idea che la realtà non sia, non possa essere quella che ci viene raccontata, viene da lontano: è un misto di sfiducia nelle istituzioni (in gran parte giustificata, bisogna dire) e anche di negazione della propria realtà. Non si accettano le cause reali ma si dà la caccia a quelle immaginarie, come Don Chisciotte contro i mulini a vento, perché lo scontro con la verità o è impossibile o è troppo difficile. Tanto che quando la realtà si impone, quando la verità diventa innegabile e drammatica, sia questa una pandemia globale o un evento climatico estremo, i complottisti fuggono, trovano altri modi di rabberciare il mondo secondo la loro visione. La risposta dei no vax al coronavirus è stata esemplare: presi inizialmente alla sprovvista, le prime teorie avevano davvero l’aria della sperimentazione: vediamo se così vi piace, se questa versione ha senso, se possiamo sostenerla. Di tentativo in tentativo, si è arrivati a Bill Gates, ai nano robot, al 5g, ai feti morti, a un pot-pourri di complotti davvero notevole.

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Sì, questa gente vota. E vota, tra l’altro, per chi non bolla mai apertamente queste teorie come deliri. Vota per i Bolsonaro che dice che gli incendi in Amazzonia non sono mai esistiti. Vota per i Trump che strizza l’occhio ai complottisti di qAnon, una teoria che vorrebbe le istituzioni democratiche unite per boicottare Trump e coprire una gigantesca rete di pedofili. Vota per chi, nei palazzi del governo italiano, irride l’anniversario dello sbarco sulla luna. La vera sfida di questo secolo è: come spiegare alle persone che non hanno diritto di credere a quello che vogliono?

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