Prima il virus era ‘clinicamente morto’, poi ha infettato sia Flavio Briatore e successivamente Silvio Berlusconi: la credibilità di Alberto Zangrillo è appesa a un filo, eppure il primario del San Raffaele di Milano continua con i suoi proclami.
A In Onda su La7, infatti, Zangrillo ha dichiarato di “non credere” nella seconda ondata: “Credo che dobbiamo attivare la sorveglianza in modo da consentire a tutti noi di riprendere a vivere”.
“Dobbiamo monitorare e tracciare, in modo da mettere in atto uno strumento di tutela per riprendere le attività” ha continuato il medico di Berlusconi. Ma monitoraggio e tracciamento si stanno già facendo, quindi non è esattamente un consiglio illuminante. Ciò che Zangrillo avrebbe dovuto fare era evitare di dire cose come ‘il virus è clinicamente morto e nessuno è stato in grado di smentirmi’. Questo qualcuno è arrivato, si tratta proprio del virus che ha infettato il suo paziente più famoso.
Argomenti: covid-19 silvio berlusconi