La lettera a Conte: "Conceda a Willy funerali solenni, lo Stato condanni la violenza e il razzismo"
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La lettera a Conte: "Conceda a Willy funerali solenni, lo Stato condanni la violenza e il razzismo"

La lettera è stata scritta da alcune personalità del Gruppo di Riflessione su Regolarizzazione e Inclusione (Grei 250)

Willy Monteiro
Willy Monteiro
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10 Settembre 2020 - 15.12


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Un gruppo di numerose personalità facenti parte del Gruppo di Riflessione su Regolarizzazione e Inclusione (Grei 250) ha scritto una lettera al Presidente Conte per chiedere “che i funerali del giovane Willy, se la famiglia lo consente, siano realizzati in forma solenne, con la partecipazione delle autorità civili e una rappresentanza del Governo a livelli tali da segnalare la volonta’ di non lasciare sole una famiglia che ha saputo crescere un figlio nel rispetto dei valori civili che sono quelli della nostra Costituzione, una comunita’ locale che vede il proprio territorio ferito dalla criminalita’ e l’opinione pubblica sconvolta dalla crudezza degli avvenimenti”.
Nel preambolo della lettera si spiega che sarebbe un gesto necessario delle Istituzioni per indicare “la chiara volontà di non lasciare spazio a nessuna delle forme in cui una violenza prevaricatrice, cieca, con conseguenze omicide si manifesti nei confronti dei soggetti più deboli e indifesi”. A firmare la lettera sono, tra gli altri: “Ugo Melchionda, Laura Boldrini, Livia Turco, Lia Quartapelle, don Luigi Ciotti, Silvia Costa, Graziano Delrio, Giorgio Gori,Marco Minniti, Filippo Miraglia, Grazia Naletto, Stefania Prestigiacomo. 
“Ce lo impongono l’eco e lo sdegno che quanto accaduto ha suscitato non solo nella comunità di Colleferro ma a livello nazionale – continuano i firmatari dell’appello – ce lo impone la Costituzione stessa, ma ce lo impone anche la responsabilità nei confronti dei giovani coetanei di Willy e dei suoi assassini: dare solennità alle sue esequie dimostrerebbe che le Istituzioni e la società civile italiana nel suo complesso esprimono con forza una condanna senza appello non solo della violenza, ma anche e soprattutto della cultura della prevaricazione, dei crimini di odio e della supremazia razziale, di genere o di classe”.
“Glielo chiediamo a titolo personale e collettivo come avvocati, giornalisti, ricercatori, operatori sindacali e sociali, intellettuali, medici, parlamentari, italiani o immigrati che da mesi, si stanno impegnando in tutti i modi per trovare soluzioni giuste ed eque ai problemi posti dalle condizioni in cui viviamo – conclude l’appello – Lo abbiamo fatto, intendiamo farlo ancora nei prossimi mesi, per contribuire in modi diversi, con le nostre capacità, dai diversi punti in cui siamo collocati, a contrastare la cultura dello scarto, e del razzismo, a superare i limiti e i costi umani e sociali non più sostenibili della situazione attuale”.

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