Se in Italia c’è un politico che conosce come le sue tasche l’Africa, questo politico è Mario Giro. Già vice ministro degli Esteri con delega alla Cooperazione internazionale, tra gli esponenti di primo piano della Comunità di Sant’Egidio, particolarmente attiva in Africa e sull’Africa, Giro è oggi uno dei dirigenti di Demos. Globalist lo ha intervistato.
Come è possibile che nel 2020, la destra per raccontare dell’aggressione subita da Matteo Salvini, tiri fuori stereotipi arcaici quale la magia nera, per dare una coloritura razzista a quell’episodio?
La destra salviniana sovranista mi sembra disperata perché non riesce ad andare oltre il discorso anti stranieri. E’ l’unico discorso che fanno. A questo punto tutto è lecito in un tale delirio, anche l’uso di vecchi stereotipi tipo magia nera, che poi la magia nera non è una cosa specificatamente africana: ogni continente ha avuto la sua tradizione di magia nera e di magia bianca. Quindi io credo che questo sia un sintomo di debolezza. Certamente non fa piacere che il clima politico arrivi a provocare delle aggressioni, e naturalmente nessuno deve essere aggredito, nemmeno Salvini, detto questo basta l’aggressione per stigmatizzare un gesto, non c’è bisogno di aggiungervi, visto che si tratta di un’africana chissà che cosa, tipo magie e cose di questo tipo. Ritengo che il razzismo si costruisce con reazioni “naturali” e “primarie” di questo tipo, e siamo purtroppo assistendo ad una rinascita del razzismo nel nostro Paese completamente costruito ex novo da un discorso politico. Sono d’accordo anche con chi dice che si tratta di una cultura fascista. La Ferragni sulla tragica morte di Willy Monteiro Duarte si è espressa contro la cultura fascista e le do completamente ragione.
Come Demos e anche come Comunità di Sant’Egidio siete in prima fila nel denunciare queste forme becere ma pericolose di razzismo. Ma il governo Conte II sta facendo tutto quello che avrebbe dovuto e dovrebbe fare per contrastare questo fenomeno? Un esempio: è passato un anno, ma i decreti sicurezza di salviniana memoria sono ancora in vigore.
Il governo sta facendo ma non sta facendo tutto. C’è un atteggiamento un pochino dilatorio, sui decreti sicurezza sicuramente, sulla questione in genere dell’immigrazione anche. C’è come un atteggiamento intimidito, soprattutto del PD, nei confronti di questo discorso. Personalmente ti dicono no, vogliamo cambiare, vogliamo fare, e poi dopo pubblicamente non ce la fanno, hanno ancora paura. Io penso che bisogna perdere la paura, non bisogna essere aggressivi per forza però non bisogna nemmeno lasciarsi intimidire.
Non lasciarsi intimidire anche perché le tragedie continuano. Noi stiamo parlando del becerume fascista della destra italiana mentre tredicimila disperati a Lesbo continuano a dormire all’addiaccio dopo l’incendio che ha distrutto il campo di raccolta di Moria.
Questa estate ho seguito il lavoro dei volontari della Comunità di Sant’Egidio a Lesbo, che ogni anno si recano lì per aiutare questi immigrati. E’ una situazione vergognosa, colpa dell’Europa, perché qui la responsabilità è proprio europea, addirittura della Commissione europea perché i disperati di Lesbo sono trattati come degli animali. Siamo tutti responsabili per questo. Questo non è la tradizione europea, non è la tradizione giuridica e civica europea.
Che tempi vive la politica a livello mondiale se l’unico che alza la voce è il capo della Chiesa cattolica, Papa Francesco, che certo ha una grande autorità morale ma non ha la forza per potere poi incidere sulla realtà dei fatti.
Io penso che il Papa abbia molto più potere di quello che si pensa. Ti faccio un esempio: Demos si presenta in 5 Regioni nelle elezioni del 20 settembre, e in 3 Regioni su 5 si presenta insieme ai Verdi con delle liste che sono state chiamate dai media “Laudato si‘ “( la seconda enciclica di papa Francesco scritta nel suo terzo anno di pontificato, ndr). . “Laudato si‘ “ sta facendo il suo cammino, e sta convincendo molta gente al di fuori dal perimetro della Chiesa . Il discorso è molto semplice: quando c’è ingiustizia sociale c’è anche ingiustizia ambientale e viceversa.
Nell’opinione pubblica, anche in quella parte più progressista, c’è una consapevolezza adeguata di quello che significano certi rigurgiti di razzismo, xenofobia e di fascismo?
Io penso che alla fine se siamo troppo intimiditi e se non reagiamo, certo non con la violenza ma con fermezza sì, a queste cose che succedono, alla fine si sdogana un atteggiamento, una cultura fascista, sovranista e intimidatoria. Penso che su questo dobbiamo essere molto chiari, dobbiamo far riferimento alla nostra tradizione giuridica e costituzionale, italiana e repubblicana. Io ho firmato l’appello perché siano fatti i funerali solenni per Willy, e di Stato se è possibile, perché mi sembra che su questo non si possa transigere”.