Una teste sul commercialista arrestato: era l'uomo di fiducia di Salvini
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Una teste sul commercialista arrestato: era l'uomo di fiducia di Salvini

Agli atti dell'inchiesta la testimonianza dell'ex assessore lombardo alla cultura Cristina Cappellini che ha portato di Alberto di Rubba.

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14 Settembre 2020 - 09.26


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“Il nome di Di Rubba circolava come quello che doveva mettere a posto i conti della Lega, e non solo di Film Commission. Se ne parlava come uomo della svolta, per competenza e serietà. Era uomo di stretta fiducia di Salvini, faceva parte del suo entourage e gli incarichi che poi ha ricevuto all’interno del partito costituivano dimostrazione di queste voci”. Lo ha messo a verbale, davanti ai pm di Milano, l’ex assessore lombardo alla Cultura Cristina Cappellini, parlando di Alberto Di Rubba, uno dei tre commercialisti di fiducia del Carroccio arrestati giovedì scorso.

“L’indicazione della candidatura di Di Rubba – ha aggiunto – come persona giusta al posto giusto (alla presidenza di Lombardia Film Commission, ndr) è derivata da Centemero”, tesoriere e deputato della Lega. 

“Di Rubba veniva dall’entourage di Salvini”, ha aggiunto l’ex assessore che è stata sentita a fine luglio scorso dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco nell’inchiesta milanese di cui è titolare anche il pm Stefano Civardi.

Il verbale è stato depositato assieme a migliaia di atti da cui risultano, tra l’altro, una serie di movimentazioni sospette sui conti di società riconducibili a Di Rubba, direttore amministrativo della Lega al Senato, e a Andrea Manzoni, revisore contabile per il Carroccio alla Camera. I due saranno interrogati domani dal gip Giulio Fanales, così come gli altri due arrestati, il commercialista Michele Scillieri e suo cognato Fabio Barbarossa.

Intanto oggi proseguono le attività del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza nella sede della Barachetti service, di proprietà dell’imprenditore Francesco Barachetti indagato per peculato. Società che, stando agli atti, avrebbe ricevuto negli anni circa 2 milioni di euro dalla Lega. Le perquisizioni nell’azienda al centro di un nuovo filone di indagini, anche su presunti ‘fondi neri’ riferibili al partito, sono scattate giovedì scorso e oggi la Guardia di finanza prosegue con le attività già iniziate.

Allo stesso modo, vanno avanti le attività dei finanzieri anche nello studio di Scillieri, il quale, secondo il prestanome Luca Sostegni che sta collaborando coi pm, era la “mente” di diverse operazioni.

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