L’uomo senzatetto tunisino di 53 anni Ridha Mahmoudi, arrestato per l’o,icidio di Don Roberto Malgesini a Como, ha ritirato la sua confessione. Interrogato in carcere dal giudice per le indagini preliminari ha negato di aver assassinato il sacerdote. “Non sono io l’autore del delitto, non c’entro nulla” ha detto al giudice.
Martedì si era costituito ai carabinieri ammettendo il gesto, fornendo particolari e la motivazione, legata alla paura di essere espulso dall’Italia.
L’uomo, senza permesso di soggiorno dal 2014 per via del divorzio dalla moglie italiana e per i vari precedenti penali, era convinto che contro di lui fosse stato ordito un complotto per costringerlo al rimpatrio: un complotto ordito da autorità, giudici, avvocati e medici e pure dal quel prete che tante volte lo aveva aiutato negli ultimi anni.
Aveva inviato lettere e documenti alle autorità e all’ambasciata, dopo essere stato colpito da due decreti di espulsione, contro i quali aveva ricorso, ma che prima o poi sarebbero stati eseguiti. Mahmoudi era anche convinto di essere seguito: per questo a giugno aveva acquistato un coltello.