Il 17 settembre il segretario nazionale di Rifondazione Comunista è stato ricoverato all’ospedale di Pescara dopo essere risultato positivo al coronavirus. Maurizio Acerbo racconta sul suo profilo Facebook le sue condizioni, lanciando un monito a chi sminuisce il covid: “Non è solo un’influenza. Non sono mai stato così male”.
“Poco fa mi hanno portato a fare un’altra tac”, scrive nella didascalia a una foto nel quale appare all’interno di una barella di biocontenimento, “Il dottor Parruti mi ha detto che mi tocca pazientare perché il virus potrebbe tornare all’attacco dei polmoni. Faccio terapia sperimentale con Tocilizumab. Due punture sulle cosce. L’effetto dovrebbe durare quattordici giorni”.
Acerbo era finito in ospedale con febbre alta, tosse, spossatezza e sintomi riconducibili al Covid-19, in un periodo in cui si era spostato in diverse zone d’Italia nell’ambito della campagna elettorale. La febbre, con l’inizio della terapia, era subito scomparsa, ma è poi risalita.
Intervistato dall’Ansa, il segretario aveva raccontato di non avere patologie pregresse: “Come si fa a dire che è solo un’influenza un po’ più forte? È da irresponsabili. Ci vuole senso di responsabilità. È meglio un errore di precauzione che un morto in più. Bisogna affidarsi alle indicazioni della scienza. Non siamo mai completamente al riparo, ma dobbiamo fare il possibile per cercare di evitare i contagi”.
Argomenti: covid-19