Marco Vannini, Antonio Ciontoli condannato a 14 anni per l'omicidio volontario del 21enne
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Marco Vannini, Antonio Ciontoli condannato a 14 anni per l'omicidio volontario del 21enne

Insieme a Ciontoli condannati anche i figli e la moglie per concorso anomalo: non chiamarono i soccorsi che avrebbero potuto salvare Marco

Marco Vannini
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30 Settembre 2020 - 14.48


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Si potrebbe essere vicini a una sentenza definitiva per la morte di Marco Vannini, il bagnino di 21 anni ucciso nel 2015 a Ladispoli da Antonio Ciontoli, padre di Martina, fidanzata del ragazzo. 
Oggi la Corte d’Assise d’Appello ha condannato Ciontoli a 14 anni per omicidio volontario con dolo eventuale e a 9 anni e 4 mesi per concorso anomalo in omicidio volontario sia la figlia Martina che l’altro figlio Federico e la moglie Maria Pezzillo, che non chiamarono i soccorsi che avrebbero potuto salvare la vita ad Antonio. 
La mamma di Marco, Marina Vannini, ha commentato così: “È una grande emozione, finalmente dopo più di 5 anni abbiamo dimostrato quello che era palese dall’inizio. Se Marco fosse stato soccorso subito non saremmo oggi qui, ancora una volta davanti alle telecamere. Ma è la dimostrazione che la giustizia esiste. Non dovete demordere mai. Antonio Ciontoli non deve chiedere perdono a noi, ma a sè stesso. Non so quale era la strategia dietro quelle parole. Questa è una sede di giustizia e non di vendetta, i giovani devono crescere con principi morali sani”.
L’ultima udienza dell’appello bis si è aperta col duro intervento dell’avvocato Franco Coppi, difensore della famiglia Vannini: “Nessuna vendetta, non sappiamo che farcene del denaro. Per la difesa staremmo a speculare sul cadavere di Marco, per fare soldi – ha esordito il professor Coppi – sta scritto nell’intervento dell’avvocato Miroli che saremmo qui per vendetta. Strana lezione che viene da chi ha svuotato i conti, chi ha mentito fino alla morte di Marco, ha mentito ai familiari, ai soccorritori, strana lezione per chi ha tentato di corrompere il medico del pronto soccorso, inducendolo a commettere un reato”.
Il riferimento è all’arringa della scorsa settimana dell’avvocato Andrea Miroli, difensore di Antonio Ciontoli: “Indiscutibile che i fatti rappresentino un dramma per i Vannini, ma il ruolo della parte civile è il risarcimento, non vanno accontentati per vendetta – aveva spiegato Miroli – Ciontoli deve essere condannato per quanto ha fatto come richiede la giustizia. Il rischio e la sensazione è che la sentenza sia già stata scritta”.
In aula questa mattina durante la sua replica il pg ha ribadito: “Non si è trattato di un incidente domestico. Tutti erano presenti e nessuno ha fatto niente per Marco, che poteva essere salvato. Le urla disumane di Marco hanno risuonato per un’ora”.

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