Chi è Nino Spirlì, omosessuale sovranista che odia la 'lobby frocia'
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Chi è Nino Spirlì, omosessuale sovranista che odia la 'lobby frocia'

Oggi il vicepresidente della Regione Calabria Nino Spirlì ha dichiarato: "Dirò negro e frocio fino alla fine dei miei giorni, la lobby frocia vuole toglierci le parole". La sorpresa è che è gay lui stesso

Nino Spirlì
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2 Ottobre 2020 - 10.45


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Le parole proncuniate da Nino Spirlì, vicepresidente della Regione Calabria, a un evento della Lega in difesa di Matteo Salvini a catania, fanno rabbrividire: “Dirò negro e frocio fino alla fine dei miei giorni, la lobby frocia vuole toglierci le parole”. 
La sorpresa è che Nino Spirlì è omosessuale. Omosessuale, cattolico e sovranista, come si è spesso definito. 
Essere omosessuale non ti inchioda a una fede politica: esistono gay di destra, come è giusto e normale che sia. Ma il gay omofobo è un animale strano: Spirlì (e quelli come lui, perché sono tanti) usa le stesse parole dei più radicali odiatori delle persone Lgbt: “Se esistono le ere questa è l’era della grande menzogna. Siamo in mano a delle bruttissime lobbies che si sono unite e hanno fatto una lobby delle lobbies. Quella a cui avrei dovuto appartenere io, per esempio è una delle peggiori, non c’è cosa più brutta della lobby frocia, quella che ti dice che non devi dire quella parola, non devi avere quell’atteggiamento”. 
E ancora: “Avete mai visto in natura un bambino con due padri o con due madri? Avete mai visto in natura un cucciolo di cane che ha due padri che abbaiano allo stesso modo? Mi sembra una follia. Questi sono capaci di prendere la Bibbia e bruciarla. Sono nazisti, bruciano le parole, le cancellano dai dizionari. Noi non glielo dobbiamo consentire. Dirò ‘negro’ e ‘frocio’ fino all’ultimo dei miei giorni. Che fanno, mi tagliano la lingua, non credo possano arrivare a tanto? Cominciamo a difendere quelle che sono le vere verità e facciamolo nel quotidiano”.
È difficile cercare di vedere il mondo come lo vede Nino Spirlì: per lui è accettabile che le persone omosessuali, quindi anche lui, non abbiano diritto ad avere una famiglia. È normale che si usi la parola ‘frocio’, che lui venga insultato per strada perché è ‘libertà di parola’. Non è una novità: da Platinette a Dolce e Gabbana, gli omosessuali non ‘allineati’ sono tantissimi. Ciò che fa infuriare, che rende particolarmente odiose queste parole, è che queste persone sputano su decenni di battaglie che hanno permesso loro di poter dire queste cose, di poter vivere la loro omosessualità come vogliono. Vedere quindi come sistematicamente cercano di mantenere lo status quo per proteggere lo spazio privilegiato che si sono ritagliati all’interno della società eterosessuale, autoproclamandosi fenomeni da baraccone, è davvero disarmante. Specie perché con le loro parole fanno arretrare la battaglia per i diritti e la felicità di milioni di persone. 

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