Dobbiamo smetterla di insultare e giudicare le donne che non riescono a denunciare gli uomini violenti
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Dobbiamo smetterla di insultare e giudicare le donne che non riescono a denunciare gli uomini violenti

Prima di giudicare una ragazzina che non denuncia tagliatevi la lingua. E ringraziate un dio o il destino o chi volete voi, perché siete state fortunate. Perché nessuno di colore che avete amato vi ha mai fatto del male.

Stupro  -immagine d'archivio
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Claudia Sarritzu Modifica articolo

6 Ottobre 2020 - 12.36


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Non ci si improvvisa.
Per parlare di violenza sulle donne, le donne che hanno subito violenza le devi aver conosciute. Ci devi aver parlato.
Ti devi essere seduta accanto a loro per accogliere tutto il dolore senza interromperle mai. Mai. Anche quando vi viene il formicolio e la nausea.

Oppure devi aver ascoltato chi si prende cura di queste donne. Per lavoro, con professione e missione.

Un giorno mi raccontarono di un marito che faceva mangiare gli assorbenti pieni di sangue alla moglie.

Perché restano? Bella domanda. Perché non denunciano? Altra bella domanda.
Perché denunciare uno sconosciuto che ti stupra per strada è più facile di denunciare il tuo fidanzatino, il tuo ex a cui vuoi ancora bene. Il marito di una vita. Il padre dei tuoi figli.
Così inizi un processo mentale di normalizzazione della violenza. Fingere che non sia mai accaduto perché attraversare la sofferenza è un viaggio più doloroso del trauma stesso.

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Se i dati dicono che la maggioranza delle violenze sessuali sono compiute da immigrati è solo perché il dato è falsato dal fatto che chi abbiamo vicino non riusciamo a denunciarlo. Chi è altro da noi sì. Non è razzismo, non è debolezza. Non è ingiustizia.
E’ che i sentimenti a volte sono una grande fregatura se nessuno ci ha insegnato a gestirli.

Questo virus di cui tutti e tutte siamo portatori malati o sani si chiama patriarcato che si nutre di rapporti tossici. Rapporti di forza. Si chiama dipendenza emotiva. Morale.

Prima di giudicare una ragazzina che non denuncia tagliatevi la lingua. E ringraziate un dio o il destino o chi volete voi, perché siete state fortunate. Perché nessuno di colore che avete amato vi ha mai fatto del male.

Il problema sta tutto qui: nel rapporto che ci lega al nostro aguzzino.

Se pensate che io sia forte, vi dico che tanti anni fa non denunciai. Perché non c’entra la forza.
La mia forza la uso affinché questo sistema di valori e potere un giorno non lontano finisca.
Attraverso il dialogo, l’educazione, la prevenzione, la cultura. Solo questo salverà le bambine di oggi, le donne di domani.

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