Una storia politicamente chiara sulla quale bisognerà verificare anche eventuali risvolti penali.
Una serie di analisi investigative sui bandi lanciati dalla Regione Lombardia per l’acquisto di vaccini antinfluenzali. L’inchiesta avviata dalla procura di Milano per far luce sull’iter che ha portato la regione guidata da Attilio Fontana ad acquistare 2,5 milioni di vaccini a prezzi superiori rispetto a quelli di mercato muove i suoi primi passi.
Gli investigatori coordinati dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli hanno scaricato dal portale istituzionale della Regione e da altre “fonti aperte” tutti i 9 bandi di gara lanciati da marzo a oggi dall’amministrazione regionale in vista campagna antinfluenzale d’autunno: 4 aggiudicati, 4 falliti e uno ammesso con riserva. Ed è proprio l’ultimo bando di gara ad aver fatto scattare l’inchiesta che, per il momento, resta di natura “conoscitiva”, ossia senza ipotesi di reato né indagati. Un fascicolo aperto venerdì scorso dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli non, come da prassi, in seguito a una denuncia o un esposto: da quanto si è appreso, è stata un’autonoma iniziativa decisa dalla procura dopo la pubblicazione di articoli di stampa che avevano puntato l’accento sul ritardo negli acquisti dei vaccini da parte di Palazzo Lombardia, oltre che sull’esiguo numero di dosi influenzali ottenuto (2,5 milioni di vaccini su una popolazione complessiva che supera i 10 milioni di abitanti, con quasi 2,2 milioni di persone over-60).
L’inchiesta potrebbe anche allargarsi ai 100 mila vaccini forniti dalla società cinese Life On che però non hanno ottenuto il via libera dell’Aifa e perciò non potranno essere commercializzati in Italia. Un’ipotesi che non viene esclusa ma che è definita “prematura”, considerato che il fascicolo aperto dal procuratore aggiunto a capo del pool “anticorruzione” non è ancora stato affidato a un sostituto.
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