Enrico Bucci, Professore di Biologia alla Temple University di Philadelphia, segue l’evoluzione della pandemia sin dall’inizio, studiando i numeri dell’emergenza e monitorando le ricerche in corso nei laboratori di tutto il mondo per arrivare a una terapia o a un vaccino anti-Covid. In un’intervista a Repubblica dice: “Gli unici dati attendibili sono quelli relativi ai ricoveri, ai ricoveri in terapia intensiva e ai decessi”.
Cosa ci dicono questi dati?
“Che la situazione è peggiorata tra il 4 e il 5 di ottobre. In quel momento le curve di ricoveri e di ricoveri in terapia intensiva hanno cambiato pendenza e hanno ripreso a salire in modo preoccupante. Se proiettiamo l’andamento attuale su fine ottobre, ci ritroveremo con 1.500 ricoverati nelle terapie intensive e 12mila pazienti Covid nei reparti ordinari. Ma attenzione: è una proiezione di quello che accadrebbe se l’andamento rimanesse l’attuale”.
Il porblema è che non su è riuscito a contenere la diffusione del virus come era successo fino al 4 ottobre.
“Proiettando a fine mese quelle curve meno pendenti, vediamo che il 30 ottobre avremmo avuto 510 casi in terapia intensiva e circa 6.000 ricoverati sintomatici (…). Il “liberi tutti” dell’estate ha rimesso in moto la circolazione del virus che era stata fermata con il lockdown di primavera: lo dicevano chiaramente i numeri in crescita ad agosto. Poi il 16 settembre abbiamo visto un rallentamento, dovuto probabilmente al rientro dalle vacanze e a una riduzione dei contatti. Ma dal 4-5 ottobre le curve hanno ripreso a salire in modo preoccupante”.
Leggi l’intera intervista su Repubblica.
Argomenti: covid-19