Ha fatto una scelta personale senza aspettare le primarie e pensando che intorno alla sua figura i democratici dovrebbero convergere.
Uno strappo (che potrebbe riuscire) per il leader di un partito senza futuro certo e che occupa uno spazio (il centro liberal-democratico) occupato anche da Italia Viva, da +Europa e da una parte di Forza Italia con poche possibilità di sviluppo autonomo.
Al Pd Calenda non piace, ma i renziani di Base Riformista spingono per lui, anche Enrico Letta ha speso buone parole e Zingaretti potrebbe essere suo malgrado costretto ad appoggiare una candidatura di una persona che ha polemizzato in maniera talora eccessiva contro il governo e l’alleanza con M5s.
“Mi candiderò a sindaco di Roma: un dovere e una grande avventura”.
Lo ha annunciato il leader di Azione, Carlo Calenda.
“Non posso parlare per il Pd, partecipo a un tavolo. Auspico un appoggio largo”. “Penso che chi ha la possibilità di riportare Roma tra le grandi Capitale europee abbia il dovere di farlo. Sarà una grande avventura”, ha aggiunto.
“Fare le primarie sarebbe complicato, farle più avanti significherebbe parlarci addosso per mesi. Io di destra o sinistra? Sono un socialdemocratico liberale”, ha detto Calenda ospite a Rai 3.
Calenda è stato eletto europarlamentare e la candidatura a sindaco significherebbe lasciare il mandato a metà. Sarebbe il classico esempio di incarichi usati come autobus verso altri ben più prestigiosi incarichi. Una modalità che non sembrava nello stile di Calenda che è sempre stato rigoroso.
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