Mentre ieri Giuseppe Conte parlava agli italiani, qualcuno (in primis Diego Fusaro, che ha rilanciato il video su YouTube) non prestava molta attenzione alle nuove misure del Dpcm, quando al polso del premier, dove l’orologio segnava un orario che non era quello corretto.
E com’è possibile? Ma allora non è in diretta! È tutto registrato! Quello non è Conte, Conte è stato sostituito da un clone pilotato a distanza da Casalino, il vero Conte si trova nella quinta dimensione, sono gli alieni, i terroristi, Soros, Bin Laden.
Esagerazioni? No, per niente. Perché nell’epoca dell’imbecillità, del complottismo, della post-verità, anche un orologio probabilmente rotto o fermo è in grado di generare sospetto.
C’è chi si è applicato alla confutazione del ridicolo, sottolineando come per tutta la durata della diretta le lancette non si siano mosse, a indicare che non c’è nessun mistero e che l’orologio è semplicemente fermo. Fiato sprecato: la verità non va bene, la verità è noiosa. Ed è molto più divertente improvvisarsi Sherlock Holmes, come fa un utente di YouTube: “Quando hai eliminato l’impossibile, ciò che resta, per quanto improbabile, deve essere la verità. In diretta allora non era”.
Per questo fenomeno, impossibile non è che l’orologio fosse fermo, ma è molto più plausibile un complotto orchestrato per non mandare Conte in diretta.
E questa gente vota.
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