Un vero e proprio focolaio sta investendo in queste ore la comunità San Patrignano, dove sono stati riscontrati ben 77 casi di positività al Covid 19.
In una nota viene spiegata la suddivisione dei contagi: “Il maggior numero dei casi si è evidenziato nella casa alloggio, struttura socio sanitaria per malati terminali di Aids, dove sono stati registrati 37 casi sui 50 pazienti presenti. Dal 25 ottobre la struttura è stata attrezzata e organizzata per effettuare le cure di primo livello in collaborazione con l’ospedale di Rimini, in particolare con le consulenze di Malattie Infettive e Pneumologia.
Ad oggi tre pazienti della Casa Alloggio già affette da gravi comorbidità sono state trasferite a Rimini per seguire ossigenoterapia a pressione positiva”.
“Oltre a questi casi di positività, ne sono stati riscontrati una quarantina fra i ragazzi in percorso – prosegue il comunicato – Al momento sono tutti casi asintomatici o paucisintomatici, quindi i ragazzi non manifestano problemi ed hanno già rassicurato telefonicamente i propri familiari sulle loro condizioni. Per evitare il propagarsi del virus all’interno della comunità, San Patrignano ha di fatto attuato una quarantena volontaria di tutti quei settori di cui i ragazzi fanno parte, isolando loro stessi e i compagni con cui hanno avuto contatti. E’ stato comunque già effettuato uno screening dell’intera comunità”.
Il responsabile sanitario e terapeutico di San Patrignano Antonio Boschini spiega: ”Se eravamo riusciti a passare indenni l’ondata di marzo, questa volta dobbiamo fare anche noi i conti con il Covid 19 – spiega, – Purtroppo erano comunque tanti i contatti della comunità con l’esterno e il virus ha trovato il modo di entrare. La fortuna è che ad oggi, ad eccezione dei tre casi della casa alloggio in cui il virus ha colpito persone già fortemente debilitate, tutti i ragazzi positivi stanno bene o presentano lievi sintomi. Ci tengo a ringraziare l’Asl di Rimini e l’Ufficio Igiene per l’estrema disponibilità a processare tutti i tamponi che stiamo facendo con il personale interno. Per evitare ulteriori contatti con l’esterno, la comunità si è vista nuovamente costretta a interrompere per almeno tre settimane gli inviti ai ragazzi in percorso da parte dei familiari, così come le verifiche a casa dei ragazzi in percorso. Sospese per due settimane le attività scolastiche e i corsi di formazione per i quali la comunità si sta organizzando per ripartire con la didattica a distanza non appena possibile”.
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