Uno studio che rivela un lato molto triste della nostra società. Il 55% degli italiani soffre di solitudine, un peso aggravato dalla pandemia. A rivelarlo è un sondaggio riportato sul Sole 24Ore da Antonio Noto, Direttore dell’Istituto demoscopico IPR Marketing che ha evidenziato i risvolti emotivi dell’emergenza sanitaria e delle sue norme anti contagio, che limitano spostamenti e rapporti e hanno un impatto sulle opportunità lavorative. Sono i giovani in particolare a risentirne.
Dalla nostra ricerca emerge, infatti, che proprio nella fascia di età tra i 18 e i 34 anni si riscontra la quota più alta – il 32% – di chi dichiara di «soffrire spesso» di solitudine. Un livello che scende al 21% tra chi ha invece più di 55 anni. L’età più protesa verso la progettualità è, dunque, quella a cui la solitudine sta erodendo prospettive, mentre gli anziani sembrano reagire meglio.
I social sono diventati tra i principali canali di comunicazione e questo non soddisfa tutti:
“Il 53% di chi soffre la solitudine, pur utilizzandoli, avverte disagio nel doversene servire come canale di contatto con le altre persone, una percentuale che crolla all’11% se si considera il campione di tutti gli italiani. Appena il 26% di chi si sente “in solitudine” considera i social un buon veicolo per mantenere le relazioni esistenti.
La solitudine ha come riflesso una crescente sfiducia nella politica
Per il 54% di chi si sente “in solitudine” prevale una sensazione di rabbia e disgusto, molto superiore al 32% tra la generalità degli italiani. E ancora: se quasi la metà della popolazione si sente adeguatamente rappresentata dalla politica, tra chi soffre di solitudine la quota crolla al 37 per cento.