Bacheche social invase da messaggi che parlano di dittatura sanitaria e baristi che si sarebbero trasformati in Ss ma ancora non basta. Come racconta Giovanni Rivelli sulla Gazzetta del Mezzogiorno: ci sono anche le minacce a chi la pensa diversamente del tipo “conosco gente che ti viene a trovare ovunque tu stia”, ma non è tutto. Perché l’accusa che gli studenti del Liceo Scientifico Federico II di Svevia muovono a due docenti tra loro coniugati (ma uno dei due sarebbe in aspettativa) comprende anche il fatto che si sarebbero rivolti ad alcuni studenti che mostravano il proprio disaccordo che chiamandoli “ritardati” e addirittura augurandogli il cancro.
È destinata ad arrivare sul tavolo della Ministra Lucia Azzolina la segnalazione fatta dall’Unione degli Studenti di Melfi che spiega come «dobbiamo purtroppo prendere atto che anche in una realtà piccola come quella di Melfi, si è verificato un evento indegno che però sicuramente merita l’attenzione di tutte le istituzioni competenti ». Un esposto arricchito da un fascicolo di screenshot che ritraggono i vari messaggi social dei due e anche messaggi mandati in privato (accanto ne pubblichiamo uno) tutti all’impronta della negazione della pandemia, etichettando quanti si attengono alle disposizioni come “pandementi” o “covidioti” e indicando nella mascherina un «bavaglio ».
E a sfogliare i profili social dei due prof effettivamente le affermazioni di questo tipo sono molteplici.
«Non riteniamo questi individui professori – scrivono così gli studenti -, perché non meritano di essere definiti tali in quanto i professori non sono questo, sono tutt’altro. La domanda è: può un docente, negazionista, che incita i propri followers e studenti a non indossare la mascherina, essere tale? Non saremo noi a deciderlo, ma il Ministero dell’Istruzione e il competente dell’Ufficio Scolastico Regionale cui abbiamo inviato alcuni post dei docenti. A tutti coloro che leggono questo comunicato, vogliamo dire che il Liceo di Melfi ha da sempre preparato e formato in maniera eccelsa tutti i suoi studenti e continuerà a farlo, nonostante questi incresciosi eventi, perché siamo sicuri che i docenti tutti, degni di essere definiti tali, la penseranno come noi».
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