Più si avvicina il Natale e più si fa sentire la voce del “partito delle riaperture” in vista delle feste. Voce però prontamente contrastata da tutti quelli che a vari livelli hanno la responsabilità della salute pubblica, dai medici al ministro della Salute Speranza, al coordinatore del Cts, Miozzo.
Se a Natale ci saranno delle riaperture “si verificherà la concreta possibilità di una terza ondata”, ecco perché “si dovrebbe procedere con una zona rossa diffusa”. Lo ha detto all’AGI, Carlo Palermo, segretario nazionale di Anaao Assomed, il sindacato dei medici ospedalieri. “Va valutato l’impatto delle misure attuali ma è molto più utile proseguire con un lockdown e abbattere la curva, per non rischiare di andare su e giù”, ha commentato il segretario di Anaao.
“Abbiamo sei, otto mesi davanti fino a quando non ci sarà una estesa somministrazione del vaccino e ritengo che una zona rossa diffusa durante il periodo festivo possa permettere di affrontare meglio i prossimi mesi”, ha spiegato Palermo, secondo cui “bisogna trovare un equilibrio tra necessità economiche e sanitarie. Una zona rossa diffusa in tutta Italia ci permetterebbe un reset rapido e più consistente nel livello dei contagi”. La chiusura, che Palermo stima di 5-6 settimane, “ci permetterebbe anche di affrontare meglio la fase territoriale che ora è saltata del tutto. Bisogna rimettere in piedi il contact tracing, incrementare i tamponi, gli alberghi Covid, coinvolgere maggiormente i medici di base per il controllo delle altre patologie, far funzionare le Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale), ma se non abbassiamo la curva queste tutele non possono partire”, ha concluso il segretario di Anaao.
Più o meno sulla stessa linea Roberto Speranza che in un’intervista alla Stampa è stato tranchant: “La mia testa è concentrata su quello che accadrà alla fine della prossima settimana; su questo che ci giochiamo tutto, non sul cenone del 24 dicembre. Questa, per me, è davvero una discussione lunare”. E a fargli da sponda ecco Miozzo dalle pagine del Corriere: “Abbiamo davanti una maratona che non si concluderà il 25 dicembre, ma molto più avanti. Se tutti insieme spegnessimo un po’ le luci delle aspettative, saremmo di grande aiuto al sistema e a quanti sperano di far ripartire la vita economica e sociale del Paese per quella data. Se saremo rigorosi con noi stessi saremo di grande aiuto per eliminare al più presto i limiti alle nostre libertà”.
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