Operazione contro la 'ndrangheta in Calabria, ai domiciliari il presidente del Consiglio regionale
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Operazione contro la 'ndrangheta in Calabria, ai domiciliari il presidente del Consiglio regionale

Domenico Tallini si trova ai domiciliari per il supporto alla cosa Alacri. Arrestate altre 18 persone nell'operazione "Farmabusiness"

Domenico Tallini, presidente del consiglio regionale in Calabria
Domenico Tallini, presidente del consiglio regionale in Calabria
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19 Novembre 2020 - 08.17


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19 persone indagate nell’operazione ‘Farmabusiness’ condotta dalla Dda di Catanzaro contro la cosca Grande Aracri di Crotone. Tra queste c’è Domenico Tallini, presidente del Consiglio regionale della Calabria.

Tallini si trova ai domiciliari perché accusato di aver dato supporto alla cosca Grande Aracri nel suo progetto di reimpiego di proventi illeciti attraverso la costituzione di una società avente lo scopo di distribuire prodotti medicinali mediante farmacie e parafarmacie. In cambio, l’esponente di Forza Italia avrebbe ricevuto appoggio elettorale da parte della cosca alle elezioni regionali del 2014.

I carabinieri del comando provinciale di Catanzaro e del comando provinciale di Crotone hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Catanzaro su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 19 indagati nelle province di Catanzaro Crotone e Roma ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, tentata estorsione, ricettazione e violenza o minaccia a un pubblico ufficiale.

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Il provvedimento nasce da due attività investigative convergenti, sviluppate dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Catanzaro e del Nucleo Investigativo di Crotone, dirette e coordinate dal procuratore Nicola Gratteri, dal procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e dai sostituti procuratori Paolo Sirleo e Domenico Guarascio. Le indagini hanno riguardato l’operatività della cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri di Cutro nell’area di origine e nel territorio catanzarese, con particolare riferimento alle iniziative imprenditoriali avviate in quest’ultima provincia mediante il reimpiego di capitali della cosca.

In particolare, gli elementi raccolti nel corso delle indagini hanno permesso di definire i nuovi assetti della cosca Grande Aracri dopo le operazioni che ne hanno colpito i principali esponenti e lo stesso capo Nicolino Grande Aracri, e documentare la realizzazione da parte degli indagati, attraverso la preliminare intestazione fittizia di beni e utilità, di una rilevante progettualità imprenditoriale tesa al reimpiego dei proventi illeciti della cosca, attraverso la costituzione di una società, con base a Catanzaro, finalizzata alla distribuzione all’ingrosso di prodotti medicinali mediante una rete di punti vendita costituiti da farmacie e parafarmacie (20 in Calabria, 2 in Puglia e una in Emilia Romagna).

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Le indagini hanno consentito di ricostruire anche specifici episodi intimidatori, tanto riconnessi alla realizzazione dell’iniziativa imprenditoriale del sodalizio, quanto con specifico scopo estorsivo, oltre che la disponibilità di numerose armi.

 

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