Al via la campagna social: "Una donna per la sanità calabrese"
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Al via la campagna social: "Una donna per la sanità calabrese"

L'ultimo è Agostino Miozzo, coordinatore del Cts. Sul tavolo c’erano il nome di Mostarda, che nel curriculum ha la responsabilità dell’Asl Roma 6, e quello di Luigi Varatta. Prima Gino Strada, solo "masculi".

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25 Novembre 2020 - 13.37


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Il tasso di attività femminile in Italia è tra i più bassi in Europa e quasi 37mila sono state le dimissioni al lavoro delle neomamme.
Il lavoro non retribuito riguarda il 71% delle donne, mentre sono solo il 33,5% le donne nei Cda delle società quotate. Non sono numeri a caso. Sono cifre fornite da Istat, Ministero del Lavoro, società di analisi come Cerved e The Boston Consulting. Sono dati che confermano un’emergenza. Un divario.
L’impegno, oggi, è necessario. Quello che ci giochiamo è la pace sociale, la giustizia, l’abitabilità del pianeta. Bisogna dire che non sono stati poi così “speciali”, questi uomini, se grazie al loro potere (mai messo in discussione da millenni) quello che hanno seminato, è un mondo più insicuro, alimentato dalle paranoie di una minoranza, ignorando i bisogni di una maggioranza. Ma non solo, occupando le stanze dei bottoni da sempre, non hanno prodotto che debito pubblico, disoccupazione, inquinamento, disuguaglianze. E diciamolo pure la violenza contro le donne è anche un esito estremo delle diseguaglianze di genere, del “non esserci”. Stereotipi duri a morire, che rendono il mondo femminile più fragile e persino più esposto alla recessione da Covid. Stando all’ultimo Rapporto Caritas, le donne che hanno chiesto aiuto da maggio a settembre, subito dopo il lockdown, sono state il 54,4% contro il 50,5% del 2019. I
l Recovery plan è una occasione da non perdere per cominciare ad aggredire le profonde diseguaglianze di genere che attraversano il nostro Paese, a partire dal mercato del lavoro. E i ruoli da coprire, sono il passo necessario da fare. Perché fondamentale, per voltare pagina, sarà quando tutti considereranno la diversità un valore e non un problema. Perché avere donne in posizione di leadership significa poter contare sul confronto tra ricchezze e punti di vista diversi. Significa, in termini di dinamiche di gruppo, maggiore vivacità, creatività e innovazione.

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Ma è possibile dunque che per fare il commissario della sanità in Calabria bisogna avere il testosterone alle stelle?
L’ultimo è Agostino Miozzo, coordinatore del Cts. Sul tavolo del governo c’erano il nome di Mostarda, che nel curriculum ha la responsabilità dell’Asl Roma 6, e quello di Luigi Varatta. Sono passati oltre a Gino Strada, altri sempre “masculi”.
Condannare al silenzio, all’assenza, all’invisibilità, è la cosa peggiore perché nega l’esistenza stessa delle persone, in questo caso delle donne, dai luoghi decisionali, dai luoghi della politica, dai luoghi di potere. E mette nelle condizioni di avere più difficoltà anche nella rivendicazione dei diritti.
Anche questa è violenza che è giusto ricordare nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

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