Guardare le immagini delle file davanti all’apertura di Primark a Laurentina può solo generare sconforto. Non solo per l’andamento della pandemia (oggi sono morti 827 italiani), non solo per la spinta capitalistica che non si ferma di fronte a nulla. Sconforto per il genere umano. Non è neanche una questione italiana, dato che abbiamo visto tutti le immagini delle ammucchiate francesi, svizzere, svedesi, inglesi. La realtà, unica e sola, è che il Coronavirus ha messo ben in evidenza che la civiltà occidentale, quella che tanto è cara alla destra nazionalista, è in completo declino. E non certo per la fantomatica invasione dei migranti, ma per lo squallore consumistico che regola e scandisce le nostre esistenze.
Davanti al centro commerciale un ragazzo indossa una mascherina e sta in fila, una fila chilometrica. Contemporaneamente, nelle terapie intensive, i malati non respirano. Ma lui afferma: “Lo shopping vince sempre sulla paura”. “Cosa vuoi comprare?” domanda la giornalista. Risposta: “Non lo so”.
L’importante è esserci, l’importante è spendere, è partecipare alla follia collettiva. Ovviamente Primark si difende: la distanza è stata rispettata, tutto è regolare, le persone indossano le mascherine. Una difesa da avvocato del diavolo: la regola per resistere a questo maledetto virus è una: non-stare-vicini. Punto. Non c’è cavillo che tenga, non c’è scappatoia che regga: assembrarsi per il gusto di comprare, mettere in pericolo la propria vita e soprattutto quella degli altri è un atto di puro egoismo edonistico, è il rifiuto di essere una società matura, è una fuga dalle proprie responsabilità come esseri umani.
Continuiamo a fare shopping, continuiamo a comprare, facciamo girare l’economia. Il Covid passerà, portandosi con sé centinaia di migliaia di vite. E noi non impareremo nulla, ma avremo perso fino all’ultimo grammo di decenza che ancora conservavamo.
Apertura Primark a Roma… Oggi pic.twitter.com/jSU7cNHLXu
— Sciroccato (@SciroccatoS) November 27, 2020
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