La questione è scoppiata ieri: una donna, in Lombardia, risponde a un annuncio della Carrefour per candidarsi a una posizione di lavoro in uno dei supermercati della catena. Il lavoro è nel reparto macelleria, e la candidata è una cuoca. Dopo aver inviato il curriculum e aver specificato di saper maneggiare la carne, arriva una risposta secca: “La salsiccia?”.
La conversazione viene troncata, il post segnalato a Carrefour Italia. Perché se davanti a una professionista della ristorazione che ti ha appena dato tutte le informazioni di cui hai bisogno chiedi una cosa così, o sei stupido o sei in mala fede. E d’altronde siamo in Italia, dove una donna, se cerca lavoro, come minimo deve aspettarsi domande come “non vuoi figli, vero?”, “sei fidanzata?”, e altre molestie travestite da domande innocenti.
Molestie, perché di questo si tratta: e tutto quello che viene dopo, ha l’aria di una giustificazione.
Scrive infatti il Carrefour di Cesate in un post (poi rimosso): “Sulla questione della salsiccia mi sembra che ci si è voluto ricamare troppo: noi somministriamo un questionario a chi si presenta come un NON ESPERTO IN MACELLERIA. Chiediamo IN AUTOMATICO se sanno fare le seguenti cose: 1) salsiccia? 2) altri lavorati della carne? 3) se conoscono tecniche di vendita da banco. La signora cui sono state chieste le domande ha preferito non risponderci e DIFFAMARCI”.
Al di là del fatto che un questionario automatico su Messenger appare difficile da credere, come anche che proprio alla salsiccia, guarda caso, venga data questa rilevanza e gli altri ‘lavorati della carne’ vengano messi in un unico grande insieme senza alcuna distinzione, questa risposta non è in linea con quanto comunicato con Carrefour Italia, che si è scusata (rispondendo alla giornalista Selvaggia Lucarelli, che ha riportato l’episodio): “Siamo profondamente dispiaciuti. Questi messaggi si discostano totalmente dai nostri valori. Combattiamo qualsiasi tipo di discriminazione o violenza e abbiamo avviato immediatamente un’indagine interna al negozio in franchising per verificare e prendere opportuni provvedimenti”.
Se sarà vero, lo sapremo col tempo. Ma ciò che rimane, al di là dell’ennesimo episodio di sessismo mascherato da incomprensione, è che la signora, che Globalist ha raggiunto telefonicamente, ora ha una concreta preoccupazione: “Hanno il mio curriculum, e adesso mi accusano di averli diffamati. Io ho segnalato la cosa perché era una risposta offensiva, e adesso temo che i miei dati possano girare, anche in altri supermercati, e che diventi per me difficile trovare lavoro. Io ho sempre lavorato nel campo della ristorazione, sono in Lombardia e la situazione, come sappiamo, è quella che è. Carrefour ha inviato un messaggio di scuse automatico, e il post del Carrefour di Cesate è stato rimosso. Adesso vedremo che succede”.
Vedremo, sì. Vedremo soprattutto se si capirà finalmente che mai dovrebbe essere consentito un atteggiamento cameratesco e intimidatorio nei confronti delle donne che stanno cercando un impiego, e meno che mai in un momento simile.
È da ieri che lo dite. Quanto dura quest’indagine?
— Selvaggia Lucarelli (@stanzaselvaggia) December 5, 2020