Un San Nicola alto 70 metri, l'assurda proposta per la 'Bari del futuro'
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Un San Nicola alto 70 metri, l'assurda proposta per la 'Bari del futuro'

È ormai ciclico lanciare proposte del genere, nel 2005 qualcuno ipotizzò la costruzione di una altissima torre panoramica da elevare non lontano dal cosiddetto megastadio

La Statua
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Michele Cecere Modifica articolo

7 Dicembre 2020 - 17.15


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Può sembrare strano, ma nonostante la crisi economica sempre più grave, qualcuno a Bari trova il “coraggio” di proporre un’opera ciclopica, una statua dedicata a San Nicola, alta oltre settanta metri e con tanto di bar e museo all’interno, un’opera da realizzare con soldi privati ma su suolo pubblico, gentilmente offerto (pare!) dal demanio statale proprio all’ingresso del porto cittadino. E poiché è di moda dare i numeri (la pandemia insegna!), qualcuno la vorrebbe addirittura di 180 metri e 57 piani, con tanto di centro commerciale e ristoranti all’interno, giusto per disegnare quella che amano chiamare la “Bari del futuro”!
È ormai ciclico lanciare proposte del genere, nel 2005 qualcuno ipotizzò la costruzione di una altissima torre panoramica da elevare non lontano dal cosiddetto megastadio, anch’esso, ironia della sorte, dedicato a San Nicola!
Che senso hanno certe proposte, questi “gigantismi” legati ad altre epoche? Il colosso di Rodi, mitica opera alta più di trenta metri compresa fra le sette meraviglie del mondo antico, fece una brutta fine, come pure il colosso di Nerone (stessa altezza di quello greco), mentre resistono il più modesto e a noi vicino colosso di Barletta (appena 4 metri e mezzo!), la statua della libertà, simbolo americano e il Cristo di Maratea (il cui ideatore non ebbe però grande fortuna dopo la sua costruzione!).
Viviamo un’epoca in cui certi simboli sono stati abbattuti, pensiamo non solo alle statue dei dittatori e di altre personalità celebri e decadute, ma anche e soprattutto alle torri gemelle ed ai monumenti patrimonio dell’umanità, colpiti dal terrore jihadista. A cosa servirebbe questo sperpero di denaro, peraltro in tempi in cui tante famiglie sono alla fame, per un’opera mastodontica e di molto dubbio gusto?
In questi giorni la Bari di San Nicola festeggia i riti con la Basilica chiusa e il priore, padre Distante, invita giustamente i fedeli ad una relazione più intima e profonda con la figura del santo e i valori che rappresenta. E la città che fa? Progetta una statua faraonica? Può un’opera del genere rappresentare la fede al tempo della Chiesa di Papa Francesco? Che senso ha un progetto di questo tipo, visto che la città di Bari non fatica ad attrarre il turismo, come le statistiche e i vari riconoscimenti degli ultimi anni dimostrano? Questa città, come tutte le altre, dovrebbe sforzarsi di essere più verde e accogliente, con nuovi parchi, zone pedonali e piste ciclabili.
Per fortuna la Bari migliore inizia ad indignarsi di fronte ad una proposta che pur apparendo surreale sembra provenire o quanto meno essere avallata persino da illustri docenti del Politecnico barese.
Intanto il santo, arrivato da Oriente e dunque dalla pelle alquanto scura, confuso come tutti dai dubbi colori della pandemia (ai più sembra strano che la regione Puglia, con i contagi sempre in crescita, passi dall’arancione al giallo piuttosto che al rosso!) diventa sempre più nero!

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