“Oggi dico che è meglio una chiusura. Ieri abbiamo avuto oltre 800 morti, abbiamo 60mila morti, forse arriveremo a 100mila. Dobbiamo resistere, cosa ci costa resistere altre 2 settimane?”. Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, è contrario all’ipotesi di rivedere le norme sugli spostamenti tra comuni a Natale previsti da decreto e dpcm. “Nel governo non c’è una marcia indietro, c’è una valutazione. Ma ritengo che ora sia sconsigliabile” allentare le misure. “Guardando i numeri degli Stati Uniti dopo il Giorno del Ringraziamento, oggi dico che è meglio una chiusura”, dice Sileri a Omnibus, su La7.
“Ritengo che ora sia sconsigliabile e spiego perché. Il 26 novembre negli Stati Uniti c’è stato il Giorno del Ringraziamento, i numeri dimostrano che negli Usa c’è una ripresa del contagio. La rigidità nel periodo natalizio è necessaria per ridurre il rischio di una terza ondata. Nel momento in cui aumentano i contatti, è inevitabile che aumentino i contagi e i morti”, afferma.
“Fa male scrivere un Dpcm rigido, non c’è dubbio, ma è necessario per ridurre i rischi di una terza ondata. Secondo punto: c’è un numero troppo alto di decessi. Terzo punto: gli ospedali non possono concentrarci esclusivamente sul covid, ci sono altre patologie. Bisogna resistere nell’ultimo miglio di una maratona, arriverà il vaccino e poi la strada sarà in discesa. Le misure sono rigide ma bisogna resistere. Cosa ci costa resistere altre 2 settimane? Abbiamo 60mila morti, forse arriveremo a 100mila. Abbiamo malati di cancro che hanno difficoltà a fare una Tac. Ma cosa ci costa resistere altre 2 settimane?”, si domanda.
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