La proposta bizzarra di Cartabellotta: "Uscite natalizie per ordine alfabetico"
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La proposta bizzarra di Cartabellotta: "Uscite natalizie per ordine alfabetico"

Altrimenti quella a cui andremo incontro è “una tempesta perfetta. Affidare tutto alla responsabilità individuale è un rischio che non possiamo permetterci".

Nino Cartabellotta
Nino Cartabellotta
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14 Dicembre 2020 - 08.48


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“I tedeschi hanno capito che se non si governa la sanità non si rilancia davvero l’economia. In Italia la strategia è meglio un uovo oggi che una gallina domani. Personalmente penso che quest’anno il Natale sia una festa da vivere sobriamente, anche nel rispetto di chi si dovrebbe incontrare. La verità è che le vacanze, con le scuole chiuse, sarebbero il momento ideale per un lockdown”.
A dirlo è Nino Cartabellotta, medico nonché presidente della Fondazione Gimbe di Bologna, che si occupa di analizzare i dati relativi alla pandemia da coronavirus, in un’intervista a La Stampa. Quello di cui parla Cartabellotta è “un piano rigoroso per ridurre i contatti ed evitare che la terza ondata si innesti direttamente nella seconda”, anche se sottolinea come “non siamo pronti a misure così dure”. 

Una possibile soluzione, dice il presidente della Fondazione Gimbe, è quella di “dilatare l’orario dei negozi oppure, come un tempo con le targhe alterne, pensare a delle uscite scaglionate per ordine alfabetico”. 

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Altrimenti quella a cui andremo incontro è “una tempesta perfetta. Affidare tutto alla responsabilità individuale è un rischio che non possiamo permetterci. Paghiamo mesi di disagio e la gente non vede l’ora di uscire. Mi rendo conto sia impopolare dirlo, ma non è il momento”.

Cartabellotta è critico riguardo la suddivisione in colori del Paese. “Il sistema dei colori delle regioni si affida troppo all’indice Rt, che è quello che scende per primo, e due settimane sono insufficienti per ottenere dei risultati. Così si privilegia la riapertura al rigore”. 

“La seconda ondata”, spiega, ”è solo nella fase iniziale della discesa e davanti ci sono tre mesi d’inverno, il picco dell’influenza a fine gennaio e l’Italia tutta gialla con le festività. Anche l’arrivo del vaccino contribuisce all’idea sbagliata di imminente liberazione”.

Un lockdown alla tedesca, quindi, è una possibilità concreta da prendere in considerazione.

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