Le ministre di Italia Viva minacciano le dimissioni se non si trova l’accordo tra il premier e Renzi. E allora nel Pd comincia a circolare l’ipotesi delle urne nel 2021. Con un alleato d’eccezione. E un candidato forte contro il segretario della Lega.
“E allora, se si aprisse la crisi, tanto varrebbe andare a votare. Conte contro Salvini e ce la giochiamo”: a parlare è Dario Franceschini e Francesco Verderami sul Corriere della Sera spiega che potrebbe essere questa, e non il governissimo in mano a Mario Draghi, la soluzione finale della verifica di governo che si è aperta nei giorni scorsi dopo l’aut aut di Italia Viva. Un colpo di scena inaspettato che manderebbe all’angolo Matteo Renzi e però presuppone che il Partito Democratico si presenti alle elezioni come alleato del MoVimento 5 Stelle. Senza che però nessuno abbia ancora detto di sì a questa ipotesi.
Il ministro della Cultura, spiega il Corriere, non ritiene che quella delle elezioni sia l’ipotesi più probabile: secondo lui Renzi punta invece a un governo di legislatura per eleggere il presidente della Repubblica con questo parlamento. E la controtattica migliore a questo punto è proprio quella di puntare alle urne con questo sistema elettorale, il Rosatellum che sposa maggioritario e proporzionale, con un candidato presidente del Consiglio (ovvero, con l’indicazione del premier in caso di vittoria dei giallorossi) che spingerebbe alla massima polarizzazione tra le due forze in campo: il centrosinistra con il MoVimento 5 Stelle nel nome di Conte da una parte e il centrodestra a guida Lega con Salvini capo della coalizione dall’altra.
È più difficile invece immaginare come si possa comporre il puzzle dell’alleanza giallorossa e come possa pensare di competere con il centrodestra. «Invece penso che potremmo giocarcela», è la risposta di Franceschini, secondo il quale Conte—se i sondaggi sono veritieri—«ha ancora una certa presa sull’opinione pubblica, si presenterebbe come la vittima di un complotto di Palazzo e potrebbe conquistare voti al centro, senza prenderne al Pd e a M5S. Perciò andrebbe sfruttato il suo valore aggiunto, perché potrebbe vincere».
Ma anche una sconfitta nelle urne, a suo parere, non stravolgerebbe gli equilibri per la successiva corsa al Colle: «Numericamente sarebbe una sfida bilanciata con il centrodestra, mi spiego? E poi Conte è nato con la camicia…».
L’avviso arriva mentre il premier Conte, dopo aver istituzionalizzato il momento di crisi che sta vivendo il suo governo con una telefonata al capo dello Stato Mattarella, ha avviato una verifica con i partiti che compongono la maggioranza. I fronti di scontro interni alla maggioranza sono diversi, dalle misure per l’emergenza sanitaria fino alla gestione dei 209 miliardi del Recovery fund. I partiti di governo accusano anche il premier di decisionismo e scarsa collegialità.