Scoperto il vero paziente 1 italiano: positivo al coronavirus a novembre
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Scoperto il vero paziente 1 italiano: positivo al coronavirus a novembre

Si tratterebbe di una donna milanese di 25 anni

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11 Gennaio 2021 - 12.57


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Si tratterebbe di una donna milanese di 25 anni, alla quale era stata fatta una biopsia della pelle per una dermatosi atipica, il 10 novembre 2019. Abbandonata quindi l’ipotesi che il primo infetto da coronavirus in Italia fosse un bambino, sempre milanese, ma la cui positività risale a dicembre 2019.

La scoperta è stata pubblicata sul British Journal of dermatology dai ricercatori guidati da Raffaele Gianotti, dell’Università Statale di Milano, in collaborazione con lo Ieo e il Centro diagnostico italiano. Questo studio segue a quelli che nei mesi scorsi avevano rilevato la presenza del coronavirus nelle acque reflue del Nord Italia a dicembre 2019, quello dell’Istituto nazionale dei Tumori di Milano che aveva trovato gli anticorpi al virus nei pazienti di uno screening per il tumore del polmone tra settembre 2019 e marzo 2020, e quello del bambino milanese appunto. “Sulla base di quanto osservato in questi mesi sui malati di Covid”, ha spiegato Gianotti all’Ansa, “che presentavano lesioni cutanee, mi sono chiesto se non fosse possibile trovare qualcosa di simile prima dell’inizio ufficiale della pandemia. Ed effettivamente lo abbiamo trovato negli esami istologici fatti su alcuni pazienti nell’autunno del 2019″, quando non era stato possibile fare analisi più dettagliate.

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“Nei nostri lavori già pubblicati su riviste internazionali abbiamo dimostrato che esistono in questa pandemia casi in cui l’unico segno di infezione da Covid-19 è quello di una patologia cutanea”. Proprio come nel caso della paziente milanese che aveva presentato solo lesioni cutanee e un lieve mal di gola. Solo in seguito, l’esame della biopsia, effettuata il 10 novembre, ha mostrato  la presenza di
sequenze geniche dell’Rna del virus SARSCoV2, ‘le impronte digitali’ del Covid-19 nel tessuto cutaneo. La donna è stata contattata successivamente ed ha riferito di non aver alcun sintomo, che le lesioni sulla pelle erano scomparse ad aprile e di aver ricevuto la positività degli anticorpi nel sangue due mesi più tardi. “Questo è dunque il caso documentato a livello scientifico più antico della presenza del SarsCov2 ma probabilmente, continuando a cercare, lo troveremmo anche su campioni di ottobre 2019″, conclude Gianotti.

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