Parole limpide e piene di significato quelle utilizzate questa mattina al Palazzo del Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della celebrazione della Giornata della Memoria.
“Le parole di odio non restano a lungo senza conseguenze“, ha ricordato il capo dello Stato nel suo discorso, in cui ha ricordato che Auschwitz “simboleggia e riassume tutto l’orrore e la lucida follia del totalitarismo nazista” e “racchiude in sé i termini di un tragico paradosso: si tratta infatti della concezione più disumana mai concepita dall’uomo, uomini contro l’umanità. Sta a noi impedire che si ripeta, sta a noi guidare gli avvenimenti e trasmettere valori di civiltà umana”.
La cerimonia al Quirinale è stata condotta dall’attrice Eleonora Giovanardi, che ha letto brani di Aharon Appelfeld, Yitzhak Katzenelson e Nedo Fiano.
Gli artisti Claudio Cavallaro e Massimo Spada hanno eseguito musiche di Mendelssohn, Andy Statman e Castelnuovo-Tedesco. Nel corso della celebrazione, aperta dalla proiezione di un filmato dal titolo “Il Giorno della Memoria”, realizzato da Rai Cultura, sono intervenuti Eraldo Affinati, scrittore e insegnate, Noemi Di Segni (presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane) e la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, intervista da alcuni studenti.
Inoltre, Sami Modiano, sopravvissuto all’Olocausto, ha portato la sua testimonianza, raccolta nel libro “Per questo ho vissuto” in edicola con il Fatto Quotidiano .
Per il suo racconto ha ricevuto il ringraziamento da parte del presidente Mattarella nel corso del discorso al Quirinale. Dove erano presenti i presidenti del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati e della Camera dei Deputati, Roberto Fico e il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Prima della Cerimonia il Capo dello Stato e la ministra dell’Istruzione si sono collegati in videoconferenza con le scuole vincitrici del concorso nazionale “I giovani ricordano la Shoah”.
Il discorso di Mattarella – “Un ringraziamento davvero speciale a Sami Modiano. La sua testimonianza sempre limpida e ferma, scolpita nella sua personale esistenza, coinvolge, commuove e fa riflettere ogni volta che lo ascoltiamo”, ha detto il presidente della Repubblica nell’incipit del suo discorso, in cui ha ricordato come siano passati 20 anni dall’istituzione del “Giorno della Memoria, dedicato al ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti”.
“Tutte le volte – ha proseguito Mattarella – ci accostiamo al tema della Memoria con commozione e turbamento. Perché Auschwitz, che simboleggia e riassume tutto l’orrore e la lucida follia del totalitarismo razzista, racchiude in sé i termini di un tragico paradosso. Si tratta, infatti, della costruzione più disumana mai concepita dall’uomo. Uomini contro l’umanità“.
Mattarella definisce Auschwitz e l’Olocausto “una spaventosa fabbrica di morte“, “una mostruosa costruzione, realizzata nel cuore della civile ed evoluta Europa“.
“Ricordare e far ricordare a tutti il sacrificio di milioni di vittime innocenti – ebrei in maggior parte, ma anche rom e sinti, omosessuali, oppositori politici, disabili – esprime dunque un dovere di umanità e di civiltà, che facciamo nostro ogni volta con dolorosa partecipazione“.
Ma, ha avvertito il capo dello Stato, “faremmo un’offesa grave a quegli uomini, a quelle donne, a quei bambini mandati a morire nelle camere a gas, se considerassimo quella infausta stagione come un accidente della storia, da mettere tra parentesi. Se, insomma, rinchiudessimo soltanto nella memoria quei tragici accadimenti, chiudendo gli occhi sulle origini che hanno avuto e sulle loro dinamiche”.
Per questo Mattarella ha ricordato “i salotti di tante parti d’Europa, dove a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, si conversava, con irresponsabile civetteria, di gerarchia razziale, di superiorità ariana, di antisemitismo accademico“. “Forse nessuno avrebbe pensato che si sarebbe poi arrivati un giorno a quella che fu crudelmente chiamata soluzione finale, ai campi di sterminio, ai forni crematori. Ma le parole, specialmente se sono di odio, non restano a lungo senza conseguenze“, ha sottolineato il presidente della Repubblica.
“Quelle idee e quei pensieri grotteschi, nutriti di secoli di pregiudizi contro gli ebrei, Rappresentarono il brodo di cultura nel quale nacque e si riprodusse il germe del totalitarismo razzista. La disperazione e la paura del futuro, di fronte all’inefficacia e alle divisioni della politica, spinsero molte persone a consegnare il proprio destino nelle mani di chi proponeva scorciatoie autoritarie, ad affidarsi ciecamente al carisma ‘magico’ dell’uomo forte“, ha spiegato Mattarella.
In un altro passaggio del suo discorso, il presidente della Repubblica ha sottolineato: “La Costituzione, nata dalla Resistenza, ha cancellato le ignominie della dittatura. Ma non intende dimenticarle. Non vanno dimenticate. Per questa ragione la memoria è un fondamento della Repubblica”. Per questo la memoria deve essere “un sentimento civile, energico e impegnativo”.
Mattarella poi ha ripreso le parole pronunciate nei giorni scorsi Edith Bruk: “L’Europa intera sta tornando una nuvola nera”.
“Confido che non sia così – ha detto Mattarella – anche per la fiducia nella grande, storica costruzione di pace rappresentata dall’Unione europea, nata dando centralità alla persona umana, sulla base dell’amicizia tra i popoli del Continente e mettendo in comune il loro futuro”.
“Ma quell’appello, quell’avvertimento non va dimenticato. Sta a noi impedire che quel che – di così turpe – è avvenuto si ripeta. Sta a noi vigilare e guidare gli avvenimenti e trasmettere alle future generazioni i valori della civiltà umana”, ha concluso Mattarella.
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