La stagione sciistica anche in Abruzzo salta: ecco la proposta di Marsilio per gli indennizzi
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La stagione sciistica anche in Abruzzo salta: ecco la proposta di Marsilio per gli indennizzi

Per il presidente della Regione "una proposta onesta sarebbe quella di prendere una media del fatturato degli ultimi tre anni e su quella tarare un indennizzo"

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16 Febbraio 2021 - 10.02


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Finita. Diciamo una stagione mai iniziata. “Tranne le stazioni in alta quota, a marzo inoltrato la maggior parte non ha più la neve, di fatto la stagione è finita. Bisogna rapidamente prendere una decisione seria: dire ‘non si può sciare, è pericoloso’ e si indennizza il fatturato della stagione persa. Una proposta onesta sarebbe quella di prendere una media del fatturato degli ultimi tre anni e su quella tarare un indennizzo”. Lo ha detto il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio ospite di SkyTg24, sottolineando che “l’Abruzzo è la principale stazione sciistica, escluso l’arco alpino. Noi essendo in arancione abbiamo evitato la beffa delle piste pronte. Gli imprenditori sapevano già da giovedì che non si poteva aprire e hanno evitato di fare le ultime spese per gli interventi. Tutto questo ha ammortizzato la delusione e il danno”.

“Ho sempre contestato la mancanza di chiarezza dei percorsi – ha sottolineato Marsilio – Non mi spaventa né chiudere né aprire. Ho fatto le zone rosse senza attendere le decisioni del Ministero. Anche oggi a Chieti e Pescara dove i due terzi dei casi sono da variante inglese ho fatto, in maniera prudente, la zona rossa senza attendere che me lo chiedesse il Ministero. Il problema che frena anche le Regioni e apre il conflitto è che ad oggi dopo un anno dall’inizio di questa pandemia non c’è stata una adeguata capacità di copertura economica del danno che si crea con le chiusure. Se questo ci fosse stato nessuno avrebbe protestato più di tanto”.

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Marsilio ha infine ricordato che ”Speranza fino a sabato non aveva poteri, è l’effetto collaterale di una crisi irresponsabile. Sabato ha potuto ascoltare i suggerimenti dei suoi consulenti e assumere le sue decisioni. Penso che decidere dalla notte alla mattina sia sbagliato e ingiustificabile perché durante la notte non è caduto un asteroide. C’è una pandemia in corso da un anno, c’è una scadenza più volte rinviata e ogni volta che si rinvia si è prodotto un danno perché tutte le volte è arrivato a poche ore dalla scadenza”.

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