Oggi il monitoraggio nazionale da cui poi si potrà decidere la variazione del colore delle regioni.
Misure e regole più restrittive, con nuovi divieti, sono destinate ad allargarsi per la diffusione del coronavirus, spinto dalle varianti del covid.
Zona arancione rafforzata in Lombardia. Campania verso la zona rossa.
Una settimana fa l’indice Rt si attestava a 0.99 ma superava la soglia di 1 in ben 10 regioni.
Oggi la mappa dell’Italia, che archivia il 4 marzo con 22.865 contagi e il tasso di positività al 6,7%, verrà ridefinita in base ai dati del report Iss-ministero della Salute sul monitoraggio settimanale dell’epidemia di Covid-19.
Si è mossa in anticipo la Lombardia, reduce da una giornata con 5.174 contagi e 59 morti, con un’ordinanza che istituisce la zona arancione rafforzata fino al 14 marzo: scuola chiusa, vietate visite ad amici e parenti, no agli spostamenti nelle seconde case, una persona per famiglia può fare la spesa.
“La Commissione indicatori Covid-19 Regione Lombardia, a seguito dell’analisi dei dati effettuata, ha condiviso la necessità di superare la differenziazione tra aree assumendo interventi di mitigazione rinforzati per tutto il territorio regionale con l’obiettivo, oltre che di contenere l’incremento di contagi, di preservare le aree non ancora interessate da una elevata incidenza”, spiega il governatore Attilio Fontana.
In Emilia Romagna, il presidente Stefano Bonaccini ha già invocato una stretta ulteriore dopo l’adozione di provvedimenti su base locale: “Le limitazioni della zona arancione classica non bastano più”.
Quadro complesso anche in Campania, come certifica l’Unità di crisi della regione. L’ingresso in zona rossa è “ormai inevitabile”.
La diffusione del coronavirus è destinata a portare all’adozione di misure e regole più restrittive. L’Unità di crisi fa riferimento ad una “forte crescita del contagio” che “rende ormai inevitabile la zona rossa” nella regione, si legge in una nota.
Anche in Campania si è registrato nelle ultime settimane “un fortissimo incremento di positivi”, connesso alle varianti, “soprattutto quella inglese”.
L’allarme si accende anche in Abruzzo, dove si registra una “situazione critica” nelle terapie intensive, come dice Salvatore Maurizio Maggiore, docente di Anestesia e rianimazione all’università di Chieti e responsabile dell’Unità operativa complessa di anestesia e rianimazione dell’ospedale Santissima Annunziata della città abruzzese.
“Siamo in difficoltà. La situazione in termini numerici è peggiore di marzo. Siamo davvero al limite. Rispetto a marzo – dice Maggiore – siamo più preparati, abbiamo più posti letto stabili, abbiamo più attrezzature. Ma i numeri sono davvero importanti”.
Il Lazio, in zona gialla attualmente, è tra le regioni sorvegliate speciali: “Il valore Rt è a 0.98, calano i decessi, aumentano i nuovi focolai, stabili i tassi di occupazione dei posti letto”, dice l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato. In Veneto, dice il governatore Luca Zaia, “abbiamo un Rt pari a 1,12. Il tasso di occupazione delle terapie intensive è il 12% e del 14% per quanto riguarda l’area non critica. I tassi di ospedalizzazione sono ancora affrontabili ma siamo preoccupati dall’andamento e da quello che sta succedendo nelle altre regioni”.
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