Il virologo Clementi: "Le varianti rare non devono preoccupare, ne arriveranno altre"
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Il virologo Clementi: "Le varianti rare non devono preoccupare, ne arriveranno altre"

Parla il direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'ospedale San Raffaele di Milano

Massimo Clementi
Massimo Clementi
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6 Marzo 2021 - 18.45


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Il virologo Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’ospedale San Raffaele di Milano, docente all’Università Vita-Salute ha dichiarato che la rarissima variante Covid scoperta a Varese “non deve preoccupare, è una delle tante e ne vedremo di tutti i colori.
Facciamo bene a cercale e a tenere tracciata questa situazione però dobbiamo continuare a farlo senza preoccupazioni o timori”. Lo afferma. Il team di Clementi ha collaborato con il Laboratorio di Microbiologia dell’Asst Sette Laghi di Varese che ha scoperto la rara variante Covid.

Clementi spiega inoltre che “Quella scoperta a Varese è una delle tre varianti che sono emerse negli ultimi tempi e in qualche modo rappresenta la minoranza visto che ormai in Italia è predominate quella inglese.
Ora ci sono due questioni dal punto di vista biologico, il virus troverà sempre meno spazi per replicarsi perché, al contrario dei mesi passati, sta crescendo la popolazione con anticorpi, perché colpita dalla malattia, e stanno aumentando i vaccinati.
Ecco perché diciamo che si deve correre con le vaccinazioni, non perché dobbiamo arrivare all’immunità di gregge ma per impedire al virus di trovare nuove strade per mutare.
Queste varianti che vengono scoperte in tutto il mondo si somigliano un po’ tutte, quella brasiliana ci preoccupa un po’ di più ma sappiamo che il virus non potrà cambiare all’infinito”.

“Due giorni fa – ha ricordato Clementi – è stato pubblicato in pre-print, quindi ancora non accettato per la pubblicazione ufficiale, uno studio molto importante firmato da un luminare come David Oh, nel 1996 inserito tra i migliori scienziati per i suoi studi sull’Aids.
Il virologo ha studiato le varianti Covid oggi più diffuse focalizzando l’attenzione su quella brasiliana verificando gli effetti su questa mutazione degli anticorpi monoclonali e del siero dei soggetti guariti e di chi è stato vaccinato con Pfizer e Moderna.
E’ emerso che gli anticorpi hanno qualche piccolo problema con questa varianti, mentre i sieri dei soggetti guariti e di chi era stato già vaccinato, anche se con una minor efficacia, neutralizzano molto bene la variante brasiliana. E’ un risultato molto importante”.

 

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