Ci sarà domani in Svizzera il Referendum per vietare il burqa e il niqab all’interno degli spazi pubblici.
L’iniziativa per “il divieto di dissimulare il viso” è stata proposta dal comitato di Egerkingen che in passato era riuscito a far approvare il referendum contro la costruzione dei minareti.
L’esito della consultazione è al momento in bilico: gli ultimi sondaggi mostrano una lieve maggioranza del Sì, ma il numero dei favorevoli è in netta diminuzione rispetto a rilevamenti precedenti.
La proposta anti burqa, è sostenuta dal partito populista di destra Udc, e prevede il divieto di coprirsi il viso con eccezioni per “motivi inerenti alla salute, alla sicurezza, alle condizioni climatiche e alle usanze locali”. L’ultima eccezione si riferisce prevalentemente al carnevale.
Per quanto riguarda la salute, va ricordato che il voto si svolge mentre vige l’obbligo di coprirsi naso e bocca con la mascherina per proteggersi dal contagio del coronavirus.
I sostenitori del divieto lo giustificano con motivazioni di sicurezza e di tutela dei diritti delle donne.
Anche alcune femministe ed esponenti dell’Islam liberale, fra cui l’imam di Berna, Mustafa Memeti, si sono detti a favore.
Tutti i partiti di sinistra e di centro-destra sono contrari al divieto, che alcuni considerano islamofobo.
Molti fanno notare che si tratta di una misura sostanzialmente inutile, dato che solo una trentina di donne residenti in Svizzera indossano il burqa e il niqab.
Il governo e il parlamento svizzero hanno raccomandato la bocciatura del quesito. L’esecutivo si è impegnato, se vinceranno i No, a promulgare una legge con l’obbligo di mostrare il viso nel caso sia necessario per l’identificazione. In vigore in alcuni paesi europei, fra cui Francia, Belgio e Austria, il divieto di burqa è già stato approvato nei cantoni del Ticino e San Gallo.
Domani si vota anche sulla legge proposta dal governo per regolamentare l’identità digitale e sul trattato commerciale con l’Indonesia.