L’ingegner Alberto Giovanni Gerli ha rilasciato un’intervista a ‘La Stampa’, dopo aver rinunciato alla nomina nel Cts, dopo appena 48 ore, per le polemiche sulle sue previsioni (errate) sul Covid-19.
“Io vicino alla Lega? Se fosse così starei ancora nel Cts. Non ho collegamenti politici, accademici o d’altro genere. Ed è questo, oltre alla giovane età, che ho pagato”.
Gerli prova a difendersi: “A chi non è successo nell’ultimo anno?”, si chiede. “La mia bestia nera è un ricercatore dell’Ispi, Matteo Villa, che mi fa le pulci mentre io provo a dare una mano”, ammette. “Sono stato ottimista, ma la variante inglese qui è arrivata dopo. Anche a febbraio ho elaborato dei dati incerti sulla crescita del contagio: sono troppo problematico per piacere ai massimalisti”, dice l’ingegnere parlando della sua previsione di riaprire tutto a gennaio.
“Penso la mia nomina sia stata suggerita da uno dei professori con cui ho collaborato. È stata la più bella notizia della mia vita e mi è dispiaciuto lasciare, ma la situazione era diventata invivibile”, continua Gerli. “Sono un ingegnere esperto di dati e nell’ultimo anno ho messo le mie conoscenze al servizio dell’accademia lavorando gratis. Lo avrei fatto volentieri anche per l’Italia”.
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