Il Papa ai falsi cristiani: "Accogliendo gli scartati amiamo Gesù che è negli ultimi"
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Il Papa ai falsi cristiani: "Accogliendo gli scartati amiamo Gesù che è negli ultimi"

Francesco alla domenica delle palme: "Nel Crocifisso vediamo Dio umiliato, l'Onnipotente ridotto a uno scarto".

Papa Francesco nella domenica delle Palme
Papa Francesco nella domenica delle Palme
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28 Marzo 2021 - 09.52


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Andare in chiesa, farsi il segno della croce, dirsi cristiani e poi fare del razzismo, dell’egoismo, del disprezzo di potevi e migranti la loro filosofia politica e di vita.
Ma si può? Certo che no.
“Accogliendo chi è scartato, avvicinando chi è umiliato dalla vita, amiamo Gesù: perché Lui è lì, negli ultimi, nei rifiutati”. Lo ammonisce il Papa celebrando la messa nella Domenica delle Palme. Francesco, nel corso dell’omelia, invita i cattolici a ripartire “dallo stupore; guardiamo il Crocifisso e diciamogli: ‘Signore, quanto mi ami!’ Lasciamoci stupire da Gesù per tornare a vivere, perché la grandezza della vita non sta nell’avere e nell’affermarsi, ma nello scoprirsi amati. E nella bellezza di amare”.
“Nel Crocifisso – ricorda Bergoglio- vediamo Dio umiliato, l’Onnipotente ridotto a uno scarto. E con la grazia dello stupore capiamo che accogliendo chi è scartato, avvicinando chi è umiliato dalla vita, amiamo Gesù”.
“Oggi, subito dopo la morte di Gesù, il Vangelo – osserva Francesco- ci svela l’icona più bella dello stupore. E la scena del centurione, che «avendolo visto spirare in quel modo, disse: “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!”». In che modo aveva visto morire Gesù? Lo ha visto morire amando. Soffriva, era stremato, ma continuava ad amare. Ecco lo stupore davanti a Dio, il quale sa riempire d’amore anche il morire. In questo amore gratuito e inaudito, il centurione, un pagano, trova Dio. Davvero era Figlio di Dio! La sua frase suggella la Passione. Tanti prima di lui nel Vangelo, ammirando Gesù per i suoi miracoli e prodigi, lo avevano riconosciuto Figlio di Dio, ma Cristo stesso li aveva messi a tacere, perché c’era il rischio di fermarsi all’ammirazione mondana, all’idea di un Dio da adorare e temere in quanto potente e terribile. Ora non più, sotto la croce non si può più fraintendere: Dio si è svelato e regna solo con la forza disarmata e disarmante dell’amore”.

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