Una di quelle storie che fa avere ancora più fiducia nelle persone e nei medici.
Il dottor Bruno Platto è riuscito nella sua missione: si è recato a casa tutti quelli che non potevano raggiungere gli hub e ha somministrato loro il vaccino.
Prima di andare in pensione ci teneva a portare a termine quella che era la sua missione: vaccinare i suoi pazienti più fragili.
“Non sarei stato tranquillo se non li avessi messi tutti a posto. Ats e Asst hanno compreso la mia esigenza e ci hanno aiutato. È stato bello salutare i miei pazienti così, essere accolto in casa come uno che fa il proprio lavoro”.
A Sarezzo ha lavorato come medico di medicina generale per 40 anni, con i suoi 1600 assistiti.
“Quando ero piccolo, un giorno mio fratello stette molto male. Rimasi folgorato quando vidi arrivare il dottore in piena notte e curarlo. In paese diventi tutt’uno con i tuoi pazienti, come il pastore che sa di pecora”.
Un modello umano e professionale d’altri tempi, che Platto riconosce però ancora vivo in tanti giovani medici all’avvio della professione: “Nelle corsie lavorano colleghi bravissimi, capaci di fare la differenza in pochi minuti — riconosce Platto — ma la medicina generale chiama a un impegno diverso. Ho lasciato l’ospedale perché volevo avere tutta la vita per stare con le persone, non dieci minuti”
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