Senza mezzi termini Mahmood, ha espresso tutto il suo sdegno per il procrastinarsi dell’approvazione del ddl Zan contro l’omotransfobia.
Ricorda quando veniva preso di mira da ragazzino “avevo paura, mi sentivo impotente. Ora invece mi sento potente: grazie al mio mestiere ho la possibilità di essere ascoltato anche quando parlo e non solo quando canto.
Ora sì che reagirei. E reagirò, contro chi vuole limitare la libertà sessuale e in definitiva l’identità di chiunque di noi. Sono pronto a battermi con tutti i miei mezzi perché la legge Zan sia approvata”.
Ha spiegato il cantante: “Che ancora una norma così manchi nell’ordinamento italiano è semplicemente allucinante, da vergognarsi”.
Ha poi precisato la sua identità sessuale: “Non ho mai detto di essere gay. La mia è una generazione che non rileva differenze se hai la pelle di un certo colore o se ami qualcuno di un sesso o un altro.
Io sono fidanzato, ma troverei poco educata la domanda se ho una fidanzata o un fidanzato. Specificare significa già creare una distinzione”.
Mahmood ha poi analizzato l’evoluzione della società sui temi Lgbt, ammettendo “che i tempi siano migliorati è fuori di dubbio, grazie anche a nuove generazioni che capiscono, credono e agiscono.
Paradossalmente un segno del miglioramento è anche l’aumento delle denunce degli atti omofobi, proprio nel senso che una volta non le si denunciava, uno incassava le botte e se le teneva.
Adesso c’è la voglia di combattere, di portare alla luce queste vergogne, e c’è molta piu’ attenzione dell’opinione pubblica.
Ma ovviamente non basta. Serve una legge, serve la legge Zan, che in un Paese civile forse non sarebbe neppure necessaria. Qui lo è”.