Nonostante la situazione epidemiologica sia da valutare con estrema attenzione, i prossimi giorni potrebbero essere decisivi per la pianificazione delle riaperture.
Da un lato ci sono le pressioni di una parte della società che spinge per allentare un po’ le restrizioni, di modo che alcune attività commerciali possano ricominciare a lavorare.
Dall’altro l’avanzamento della campagna vaccinale e un certo miglioramento dei dati – su base settimanale – del contagio fanno intravedere la luce in fondo al tunnel. Il governo potrebbe quindi decidere di anticipare alcune riaperture nella seconda metà di aprile.
L’obiettivo e tornare alle zone gialle, e poi via via ripartire con le attività che sono state chiuse in questi mesi.
Secondo diverse fonti, citate dall’Ansa, il confronto potrebbe avere luogo a metà settimana.
Saranno in ogni caso “essenziali” i dati. Non solo quelli del contagio ma anche quelli sulle vaccinazioni.
Se saranno considerati positivi, qualche allentamento potrebbe esserci già nelle prossime due settimane.
Fermo restando che sono vari gli elementi da valutare prima poter dire con certezza che il virus sta (lentamente) allentando la morsa, un’indicazione può essere tratta dai colori dell’Italia.
Da oggi quasi tutto il Paese sarà arancione. In rosso quattro regioni. Tra cui la Sardegna, fino a poche settimane fa zona bianca, che si aggiunge a Campania, Puglia e Val d’Aosta.
L’attenzione ancora è alta, perché la curva inizia a rallentare la corsa, ma la discesa non è velocissima.
Ed ecco perché l’esecutivo, prima stabilire date certe per far rialzare le serrande o modificare le norme sulla mobilità – aspetto di cui, peraltro, ancora non si parla – dovrà fare un’accorta valutazione.
Ma, tra le sue varie anime, c’è chi ricorda la necessità di usare cautela e chi, invece, spinge un po’ di più.
Una delle riaperture che il Governo difende è senza dubbio quella della scuola tanto che il ministro della Salute Roberto Speranza intervenendo a “Che Tempo che fa” ha spiegato: “Siamo consapevoli che c’è un elemento di rischio con l’aumento dei movimenti ma il governo ha fatto una scelta che difendo con forza. Grazie alle misure adottate nel mese di marzo e in queste 2 settimane abbiamo accumulato un piccolo tesoretto e abbiamo deciso, a due mesi dalla fine dell’anno scolastico, di investirlo sulla scuola come architrave della società italiana che ha pagato un prezzo altissimo”.
Pone l’accento sulla progressività con cui le riaperture dovranno avvenire il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri.
Ma non immagina allentamenti significativi nel mese corrente: “Già dalla prossima settimana vedremo i numeri migliorare di molto e già nel mese di maggio vedremo le riaperture.
Torneremo con i colori. Non dobbiamo correre troppo, ma sicuramente riaprire. Per i ristoranti possono già riaprire da maggio, a pranzo e verosimilmente da metà maggio anche a cena – ha assicurato a Domenica In – se andiamo avanti così con la vaccinazione perché non dobbiamo copiare quello che sta facendo l’Inghilterra? Siamo a circa due mesi di ritardo rispetto al Regno Unito. Quindi direi che maggio è il mese della programmazione delle riaperture progressive”.
La data da segnare sul calendario è il 23 aprile.
Secondo il Corriere è sulla base del monitoraggio di quel giorno che si stabilirà una road map precisa.
I primi a rialzare le serrande dovrebbero essere i ristoranti, a pranzo. Poi i musei e le sale da spettacolo. Infine bar e palestre, con lezioni individuali.
Per il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, la parola chiave è “cautela”. A “Il caffè della domenica” su Radio 24 ha precisato: “Le riaperture non si realizzano che le
dichiarazioni o le interviste ma accelerando con le vaccinazioni. I numeri ci dicono che dobbiamo avere cautela nelle riaperture – ha spiegato – abbiamo visto cosa è accaduto in Sardegna. Dobbiamo accelerare i ristori alle imprese e riaprire quando ci saranno le condizioni di sicurezza, oppure faremo danni alle imprese stesse”.
Chiede che a ogni settore sia detto quanto prima il giorno in cui potrà ripartire Massimo Garavaglia, ministro del Turismo: “Le date servono per far partire in
sicurezza un settore e non perdere tempo. Ci sono attività che necessitano mesi di programmazione”, ha facendo riferimento al 2 giugno, giorno in cui dovrebbe partire la stagione turistica. “Se perdi un mese, qualcuno prenota da un’altra parte, e noi non possiamo permetterci di perdere nemmeno una settimana di questa estate. Si dà magari una settimana di sicurezza, ma si deve dare settore per settore una data di partenza”, ha sottolineato il ministro.
Dai microfoni del Tg4 è Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, a spiegare: “Il 20 aprile chiediamo sia convocato un Consiglio dei ministri che verifichi dove tornare in zona gialla, e dove si torna alla zona gialla si può ripartire per le attività all’aperto, i ristoranti anche fino alle 20- 21. E perché non far ripartire gli spettacoli all’aperto? Come Taormina o Caracalla?, Tutto ciò che si fa all’aperto e nei mercati si può riaprire. Presenteremo a Draghi un cronoprogramma per le riaperture che deve procedere con i vaccini”.
Sullo sfondo, le pressioni dei rappresentanti di alcuni settori. Quelli che sono stati più fermi a causa della pandemia.
La settimana che si è appena chiusa è stata ricca di manifestazioni in varie città. Alcune, come quella del gruppo IoApro davanti a Montecitorio, hanno avuto anche momenti violenti.
E il gruppo costituito principalmente da ristoratori scenderà di nuovo in piazza domani, 12 aprile.
Non in autonomia – la loro manifestazione non è stata autorizzata – ma a sostegno di un’altra iniziativa già autorizzata.
“Ci sarà una manifestazione autorizzata all’organizzazione ‘Roma piu’ bellà, alla quale ci appoggeremo” – ha detto a Mezz’ora in più Mohamed el Hawi, ristoratore fiorentino, rappresentante del movimento anti-chiusure.
“La volta scorsa non c’è stata alcuna intenzione di assaltare Montecitorio. Domani saremo assolutamente pacifici non ci saranno alcuni scontri da parte di ‘Io apro’”, ha concluso. Tra pochi giorni, i ristoratori e le altre categorie che il virus ha costretto allo stop, potrebbero sapere la data in cui potranno ricominciare ad aprire.
Data che, tanti di loro, aspettano da mesi.
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