Piero Di Lorenzo, presidente e ad dell’Irbm di Pomezia, ha parlato del vaccino della discordia che di nome fa AstraZeneca. Dalla speranza di una cura alla delusione. Cosa non ha funzionato per davvero? “Molte cose hanno condizionato fortemente prima la produzione e poi la distribuzione”.
Ovvero, “un insieme di eventi che hanno messo a dura prova lo sforzo titanico che AstraZeneca ha messo in campo per produrre tre miliardi di dosi nel 2021 e non certo per ingordigia, visto che vende al prezzo del costo industriale”, aggiunge Di Lorenzo.
Per il presidente dell’Irbm, Ema, “tirata per la giacchetta senza sosta dal 29 gennaio, giorno in cui ha approvato il vaccino, è stata costretta a ribadire ogni due, tre giorni, che il siero AstraZeneca era ed è efficace e sicuro come tutti gli altri prodotti validati. Alla fine ha riaffermato ancora una volta che al momento nulla autorizza a sostenere che ci sia un nesso causale con gli eventi trombotici, sottolineando che ovviamente l’attività di farmacovigilanza continua con doverosa attenzione e scrupolosita’”.
Ma una delle ipotesi del suo cattivo funzionamento è che il rischio possa essere connesso all’adenovirus utilizzato per “trasportare” il materiale genetico della proteina spike, obietta il quotidiano all’intervistato, che ribatte: “È appunto ‘una delle ipotesi’. Se accade qualcosa di cui non si conoscono affatto le cause, si può ipotizzare tutto ed il contrario. È inutile disquisire di un fatto che allo stato non è suffragato da alcun elemento degno di nota”, per poi aggiungere: “Sono ammirato dalla pazienza e dalla capacità diplomatica che hanno mostrato i dirigenti dell’Ema che, pur oggetto di una pressione mediatica indicibile, hanno ribadito la sicurezza del vaccino e il saldo più che positivo del rapporto costi-benefici”.
“Certo è – secondo Di Lorenzo – che, siccome non tutti sono tenuti ad essere esperti virologi, il bombardamento di notizie fuorvianti, tendenziose e qualche volta addirittura false, ha creato in tanti un atteggiamento di comprensibile scetticismo” ma “sono fiducioso che, diradandosi la nebbia di una certa narrazione, la popolazione possa capire e reagire in maniera razionale. In Basilicata per esempio c’è stata la ressa per il vaccino Astrazeneca”, annota.
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