Riaperture, Battiston: "Prematuro. Se l'Rt aumenta incrementano vertiginosamente i contagi"
Top

Riaperture, Battiston: "Prematuro. Se l'Rt aumenta incrementano vertiginosamente i contagi"

Il presidente dell'Agenzia spaziale italiana: ''Con 500mila infetti e, sul territorio, un numero che possiamo stimare intorno al milione, appena l'Rt aumenta l'epidemia riparte con ritmi esponenziali''

Roberto Battiston, fisico dell’Università di Trento
Roberto Battiston, fisico dell’Università di Trento
Preroll

globalist Modifica articolo

16 Aprile 2021 - 10.18


ATF

Matteo Salvini continua a promettere riaperture a destra e a sinistra continuando il suo gioco populista e sfruttando il malcontento generale.
Ieri, 14 aprile, il leader della Lega ha dichiarato pubblicamente che Trento riaprirà entro qusta settiman, dopo una discussione con l’assessore al turismo della Pat, scatenando numerose reazioni.
“A Trento pronti a riaprire i ristoranti all’aperto entro questa settimana: un conto è la prudenza, un conto l’ordinanza, un conto è il buon senso”.
Se è vero infatti che la curva dei contagi sta calando e che il numero dei morti, almeno per quanto riguarda la Provincia di Trento, è stato tenuto fortunatamente sotto controllo nelle scorse settimane, è altrettanto vero che sono in molti tra gli esperti a ritenere ancora prematuro parlare di riaperture in questa fase dell’emergenza.
Per fare il punto della situazione abbiamo chiesto chiarimenti al fisico Roberto Battiston, già presidente dell’Agenzia spaziale italiana ed ora coordinatore dell’Osservatorio dati epidemiologici del dipartimento di Fisica dell’Università di Trento.

In Italia i nuovi casi giornalieri si attestano ancora sui 15mila mentre il numero di infetti attivi sul suolo nazionale è di circa mezzo milione. In queste condizioni si può pensare ad un allentamento delle misure restrittive?

“In Italia viviamo in un ‘mare di infetti’: per questo non appena si riapre basta un leggerissimo rialzo dell’indice Rt per vedere un aumento vertiginoso nel numero di contagiati. Altri paesi hanno chiuso puntando a contenere l’Rt ed a diminuire allo stesso tempo drasticamente il bacino di infetti attivi presenti, in Italia invece abbiamo spesso deciso di allentare le misure non appena l’indice di contagiosità scendeva sotto l’1. Il problema è che con circa 500mila infetti attivi registrati e, sul territorio, un numero che possiamo stimare intorno al milione tenendo conto degli asintomatici, appena l’Rt si sposta dalla parte sbagliata l’epidemia riparte con ritmi esponenziali. Ogni allentamento delle misure restrittive deve quindi essere valutato con estrema attenzione, facendo riferimento (come sottolineato in diverse occasioni anche dal presidente del Consiglio Draghi) in primo luogo ai numeri. E con l’Rt attuale (che si aggira attorno allo 0.9) ogni giorno il numero di infetti si riduce di appena l’1/2%”.

La riapertura delle scuole è un altro dei temi ‘caldi’ del momento. In Alto Adige si è deciso di portare avanti un’attività di testing molto importante (2 tamponi negativi a settimana per chi decide di frequentare in presenza), ma è un caso più unico che raro: come gestire la riapertura degli istituti?

“La scelta del governo è stata di ‘utilizzare’ il margine guadagnato durate le scorse settimane di zona rossa per puntare sulla riapertura di un servizio fondamentale per la comunità intera. Per il momento siamo ancora in una condizione intermedia: gli effetti delle prime riaperture a livello scolastico non si sono ancora fatti sentire, ma fra qualche giorno temo che vedremo una leggera crescita. Da questo punto di vista, la gestione altoatesina rappresenta un’eccezione: non sono molte le realtà che portano avanti un monitoraggio così stretto e preciso all’interno delle strutture scolastiche, nonostante tutti i dati indichino che le scuole sono luoghi potenzialmente pericolosi, dove il rischio contagio è alto. Se guardiamo per esempio al Regno Unito, dove si sta vincendo la ‘battaglia’ contro il virus, la riapertura sta procedendo con estrema attenzione. Prima di discutere di ‘scuole sicure’ bisogna fare analisi approfondite: quello che è certo è che in Italia ci siamo incamminati più volte verso la riapertura sistematica degli istituti basandoci spesso su sistemi di monitoraggio di entità modesta, quando sarebbe invece auspicabile monitorare molto attentamente ragazzi, insegnanti e genitori”.

Quali sono i prossimi step da seguire nella gestione dell’emergenza?

“La parola d’ordine non può che essere una: vaccinare, vaccinare, vaccinare. Al ritmo attuale di circa 300mila inoculazioni quotidiane, ogni due giorni vacciniamo l’1% in più di popolazione, in un mese possiamo immunizzare il 15% degli italiani. Stiamo parlando di un risultato molto importante, visto che tra vaccinati e guariti in questo momento circa il 25% della popolazione è già ‘coperto’. Maggio sarà un mese cruciale da questo punto di vista, ma è importante ricordare che se decidiamo di abbassare la guardia proprio ora, quando il bacino d’infetti accertati è di oltre mezzo milione d’individui, rischiamo di ritrovarci fra qualche settimana con le terapie intensive nuovamente piene. Paradossalmente, se avessimo un numero di positivi inferiore sul suolo nazionale potremo permetterci di convivere con un Rt anche più alto, ma nelle condizioni attuali stiamo camminando sul bordo di una scarpata e basta un soffio di vento per vedere il numero di nuovi casi giornalieri salire esponenzialmente. Riaprendo ora potremo ritrovarci fra qualche mese, se la campagna vaccinale dovesse continuare con questi ritmi, con buona parte della popolazione immunizzata ma con un sacco di morti in più che si sarebbero potuti evitare, è questo che vogliamo?”

Native

Articoli correlati