Lui è stato il bersaglio preferito di Salvini visto che da quando lo diete mediatamente in pasto alla bestia è diventato bersaglio di insulti e perfino minacce, fino alla visita dei fascisti nella sua parrocchia
Il processo a Matteo Salvini per sequestro di persona nell’ambito della vicenda Open Arms possa servire a riportare “politiche più umane nei confronti dei migranti. Non ci si può più permettere di trattare le persone come animali”.
Don Massimo Biancalani, il parroco toscano di Vicofaro ribattezzato ‘sacerdote dei migranti’ per il suo impegno nei confronti di chi fugge da guerra, fame e da ogni tipo di violenza, commenta così il rinvio a giudizio dell’ex ministro dell’interno accusato di sequestro di persona per avere bloccato per sei giorni in mezzo al mare 147 migranti salvati dalla Ong spagnola Open Arms.
“Il processo – l’auspicio di don Biancalani – potrà servire a mettere in luce i risultati delle politiche dei respingimenti che sino ad ora sono state segnate dalla mancanza di umanità nei confronti di decine di migliaia di persone consegnate nelle mani di milizie senza scrupoli”.
Premesso che la questione migranti non è di facile soluzione è non è “questione semplice”, don Biancalani, che si è spesso scontrato con il leader della Lega sul tema dei migranti, sottolinea che “non è più tollerabile che come Paese ci si possa permettere di trattare le persone come animali. Speriamo dunque che il processo possa servire anche a fare maturare le coscienze degli italiani. Per lo meno si abbia la forza e il coraggio di attuare un monitoraggio serio di ciò che accade in Libia e si garantiscano corridoi umani per trarre in salvo bambini e donne. Non è più tollerabile che siano lasciati in mano ad aguzzini. I problemi oramai sono tutti pandemici, tutti connessi”.
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