Il sindaco di Trapani: "Basta speculazioni, la Ue non faccia morire in mare i migranti"
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Il sindaco di Trapani: "Basta speculazioni, la Ue non faccia morire in mare i migranti"

Le parole di Giacomo Tranchida dove è arrivata di Sea Watch 4 con 455 naufraghi

Giacomo Tranchida, Sindaco di Trapani
Giacomo Tranchida, Sindaco di Trapani
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3 Maggio 2021 - 20.44


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Il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, prova a domare il fuoco delle polemiche per l’accoglienza di 455 migranti che sono arrivati dopo un soccorso della Sea Watch 4 lo scorso weekend nel Mediterraneo centrale.
“Occorre evitare speculazioni e allarmismi. La mia comunità non ha nulla da temere dal punto di vista di un eventuale contagio Covid. I tamponi saranno effettuati a bordo dell’imbarcazione e solo dopo avverrà lo sbarco con il contestuale trasferimento dei migranti sulla nave quarantena”. 
Tra loro ci sono anche 194 minori non accompagnati che saranno redistribuiti in alcune strutture della Provincia e del resto della Sicilia per effettuare il periodo di sorveglianza sanitaria. “Saliranno a bordo dei pullman in un’area isolata del porto e saranno trasferiti nei vari centri. Non è previsto alcun contatto con la popolazione”. 
Per il primo cittadino di Trapani quello migratorio è un fenomeno complesso. “Delle strategie di contenimento e di gestione dei flussi non spetta a me parlare – aggiunge -, ma da cittadino dico che occorre evitare in ogni modo che ci siano altri morti in mare. Non si può lasciare la gente sui barconi, lo vieta il diritto internazionale ma anche la semplice umanità”. 
 Il naufragio di un gommone al largo delle coste della Libia in cui hanno perso la vita 130 persone per il sindaco Tranchida è “una strage che poteva essere evitata. E’ obbligo dell’Europa darsi una politica comune sul soccorso”. 
“Proprio ieri – racconta il primo cittadino – ho visto immagini terribili. Foto che arrivavano dalla Nigeria: la testa di un ragazzo tagliata e buttata in strada e una gamba amputata gettata a margine di un mucchio di rifiuti incendiati.
Scene raccapriccianti che un ragazzo nigeriano ha inviato su Whatsapp alla madre che vive a Trapani per farle capire il clima che si vive in quel Paese. La donna è scoppiata a singhiozzare e io stesso non potevo credere ai miei occhi.
Se posso salvare un ragazzo da quell’inferno, ospitandolo in piena sicurezza per la mia comunità, allora ho il dovere di farlo e questo vale per tutti gli italiani e gli europei. L’Europa non può fare finta che nulla accada sull’altra sponda del Mediterraneo”.

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