Insulti, calci e pugni verso la figlia dell'allenatore del Pescara: "Deve perdere sennò finisce male"
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Insulti, calci e pugni verso la figlia dell'allenatore del Pescara: "Deve perdere sennò finisce male"

La denuncia su Fb di Annabella Castagna, moglie di Gianluca Grassadonia, coach della squadra adriatica. La famiglia lascerà la città campana

Gianluca Grassadoni, allenatore del Pescara
Gianluca Grassadoni, allenatore del Pescara
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10 Maggio 2021 - 08.16


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Uno dei capitoli più brutti per il mondo del calcio si è aperto la notte di sabato quando Annabella Castagna, moglie del tecnico del Pescara, Gianluca Grassadonia, ha raccontato attraverso il suo profilo social che la figlia “appena diciottenne, è stata minacciata e aggredita con spintoni e calci affinché il papà capisca”.
La Salerno sportiva attendeva questo momento da 23 anni. Ma il valore di Pescara-Salernitana, partita che può valere la promozione Serie A per i campani, nelle ultime ore è passato in secondo piano per un fatto di cronaca con al centro una giovane ragazza minacciata e spinta solo perché figlia dell’allenatore degli abruzzesi.
Il fatto è avvenuto a Salerno, città di cui è originario il tecnico degli adriatici e dove risiede ancora la sua famiglia.
L’episodio si è verificato dopo le 22 in una zona del centro. La ragazza è stata avvicinata da due ragazzi che, con cappuccio e volto coperto dalla mascherina, l’hanno spinta rivolgendole alcune frasi in dialetto relative alla partita di domani tra Pescara e Salernitana: “Deve perdere se no non torna più a casa”, il concetto in sintesi.
La 18enne, che non ha riportato lesioni, è riuscita ad allontanarsi e a raggiungere la propria abitazione. Oggi, poi, ha denunciato l’accaduto ai carabinieri della Compagnia di Salerno che sono al lavoro per risalire all’identità dei responsabili.
L’episodio ha scosso la famiglia Grassadonia che, sempre attraverso il post della madre, ha annunciato: “La nostra vita continuerà lontano da Salerno”. La notizia ha suscitato la reazione della Salernitana che già ha stigmatizzato e condannato “i comportamenti intimidatori ed offensivi messi in atto in queste ore da qualcuno nei confronti dei familiari dell’allenatore del Pescara Calcio, Gianluca Grassadonia. Una partita di calcio, pur se importante e decisiva, resta tale e non può scatenare simili manifestazioni di violenza verbale. Tutto deve restare nell’ambito della vicenda sportiva e sul rettangolo di gioco”.
Anche il Comune di Salerno, al pari dei tifosi della Salernitana e dei gruppi ultras, ha preso le distanze dall’accaduto. “Lo sport resta sport. E noi – ha sottolineato l’assessore allo Sport, Angelo Caramanno – prendiamo le distanze da questi idioti che nulla hanno a che fare con Salerno, i salernitani, la Salernitana. Nulla”. Il sindaco Vincenzo Napoli ha ribadito che il Comune non permetterà “a nessuno d’infangare Salerno e di oltraggiare la civile e corretta passione granata confondendola con il gesto di qualche isolato sconsiderato”.
Il Pescara in una nota ha fatto sapere di essersi “subito prodigato affinché la famiglia Grassadonia raggiunga al più presto Pescara per garantire quella serenità purtroppo venuta meno nella loro città di origine”. Inoltre la società adriatica ha momentaneamente sospeso “per motivi di sicurezza” gli accrediti stampa giunti da Salerno.
La Lega Serie B con il presidente Mauro Balata “esprime solidarietà alla famiglia Grassadonia, dopo la spregevole aggressione, sotto casa, della figlia appena diciottenne del mister del Pescara. Un gesto vile, barbaro che non ha diritto di cittadinanza nel calcio e nella Serie B, ad opera di personaggi che nulla hanno a che fare con una tifoseria civile come quella di Salerno”. 

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