Colpito con pietre e oggetti un peschereccio italiano in acque internazionali tra Siria e Turchia
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Colpito con pietre e oggetti un peschereccio italiano in acque internazionali tra Siria e Turchia

L'armatore, Luciano Giacalone, si è recato in Capitaneria di Porto per denunciare l'accaduto

Cartina raffigurante un peschereccio italiano in acque internazionali al largo di Cipro
Cartina raffigurante un peschereccio italiano in acque internazionali al largo di Cipro
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11 Maggio 2021 - 21.35


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Assaltato un peschereccio della flotta di Mazara del Vallo, il “Michele Giacalone”, da un motopesca battente bandiera turca mentre si trovava in acque internazionali al largo di Cipro, tra la Siria e la Turchia.
L’armatore Luciano Giacalone si è recato in Capitaneria di Porto per denunciare il lancio di pietre e oggetti. “Vorrei sapere dal governo dove possiamo andare a pescare senza rischiare la vita”, ha detto Giacalone.

“Situazione insostenibile” – “È una situazione oramai insostenibile. Chi di dovere affronti la questione della sicurezza in mare per noi pescatori”.
È l’appello di Mimmo Asaro, presidente di Federpesca a Mazara del Vallo, dopo la notizia che un altro peschereccio di Mazara del Vallo, il “Michele Giacalone”, è stato assaltato con pietre lanciate da pescherecci turchi. Il motopesca si trova in acque internazionali, a 27 miglia dalle coste turche.

L’abbordaggio in Libia – Il 3 maggio lo stesso “Michele Giacalone” aveva subito l’abbordaggio da parte della Guardia Costiera libica mentre si trovava nelle acque riconosciute dalla Libia come “zona esclusiva di pesca”.
Dopo essere stato respinto da Tripoli, il motopesca si è spostato verso la Grecia, raggiungendo la zona di mare compresa tra Turchia e Siria.

La vicenda dell’Aliseo – Il 6 maggio il peschereccio “Aliseo”, sempre di Mazara del Vallo, era stato colpito da colpi d’arma da fuoco sparati dalla Guardia costiera libica a circa 30 miglia al largo delle acque di Misurata.

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